Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.

venerdì 28 settembre 2012

Los escualidos e i media | Massoneria e manipolazione dell'opinione pubblica | Lucia Veronesi

Los escualidos, opposizione imperialista al governo Chavéz, dispongono di grandi risorse economiche e sono presenti su diversi media del Paese, dalla Tv alla radio, da internet ai quotidiani. Il colonialismo culturale, infatti, rappresenta una fetta importante della politica estera americana. I format televisivi e gli articoli sono ovunque gli stessi. 
Per farsene un'idea basta visionare i media che fanno capo al noto piduista Silvio Berlusconi, l'amerikano.  

Los escualidos infatti hanno tante disponibilità ma poca fantasia: sono ripetitivi fino alla noia. Ora, tra quella gentaglia per cui ho lavorato a Caracas, i rappresentanti della Giunta Direttiva del Codazzi, c'era un'alta concentrazione di escualidos. Squallidi e mariuoli. Per quanto molti di essi ostentassero ammirazione per Hugo Chavéz, erano di fatto legati mani e piedi all'opposizione imperialista. Qualcuno vantava anche una rete televisiva facente capo al network de los escualidos
Un vero e proprio branco di chiaviche!
Questo spiega come mai, nonostante la continua ostentazione di beni materiali: auto, abiti, e l'apparente internazionalismo, quella gentaglia vivesse praticamente reclusa dentro ville-bunker, inaccessibili luoghi di lavoro ed esclusivi club tematici... In sostanza, le loro infami vite all'apparenza così brillanti, si svolgevano tra una cerchia molto striminzita di persone a loro simili: la minoranza infame.
In realtà, queste osservazioni sugli affiliati dell'ACE "Agustin Codazzi" di Caracas sono la calzante metafora di tutti los escualidos del mondo: polli di batteria che si credono albatros.

Vita grama de los escualidos sotto la gestione di Anna Grazia Greco

martedì 25 settembre 2012

La camarilla di mentecatti del Codazzi | L'incontro con Guido Brigli: l'avvertimento mafioso - Caracas, 4 maggio 2005 | Franco Chirico - Kiko Arguello

Il 4 maggio del 2005, avemmo una riunione con Brigli e Giovenco sullo stato dei lavori. Guido Brigli era il Capo della "Giunta Direttiva" del Codazzi di Caracas. Era il primo inconro dopo 6 mesi circa dalla prima lettera in cui si sollecitavano spiegazioni: per quale motivo eravamo senza contratto?
Guido Brigli svincolò la questione con un paio di frasi di circostanza del tipo che in Venezuela non era necessario lavorare con un contratto, dato che, in fin dei conti noi avevamo continuato a percepire lo stipendio... L'altro tipo, il Giovenco Adriano non disse niente, lui ascolava, l'avvocato. Era quello che durante le numerose e inutili riunioni dell'anno successivo, ostentava un registratore tascabile.
Guido Brigli fece poi alcune ossevazioni che, col senno di poi, avrei potuto definire profetiche. Oppure messaggi subliminali. paramafiosi, o qualcosa di simile, dato che il Venezuela è da tempo zona d'elezione per alcune consorterie, tanto per la massoneria (P2, la loggia infame), quanto per l'Opus Dei, altri campioni di legalità. 
Alla scuola Agustin Codazzi però si tenevano aggiornati, potevano vantare un conto cifrato su banca svizzera, Credite Suisse, filiale di Lugano.
Guido Brigli abitava nello stesso quartiere della scuola, ovvero poco distante da casa della famiglia di Franco Chirico, editore della setta cattolica dei catecumeni e amico personale di Kiko Arguello.
Quando una collega mi chiese come avevo fatto ad insegnare a Caracas, ovvero chi conoscessi da quelle parti, le risposi che non conoscevo nessuno. Ed era la verità. Ma lei affermava che senza una conoscenza non sarei stato chiamato a lavorare lì. Ovviamente aveva ragione lei, ma io non conoscevo nessuno, era un fatto e fino a prima di partire, non avevo idea delle radici di un Franco Chirico. Il sant'uomo, da parte sua, ha sempre fatto l'indiano rispetto a questa situazione, e parlo di uno che si intriga dei cazzi di parecchie persone.
Tornando all'incontro con Guido Brigli, durante l'incontro aveva parlato di:
  • un tipo che li aveva portati in tribunale affermando di essere un dipendente del Codazzi, e non era vero
  • aveva accennato al fatto che l'anno successivo sarebbe stato ancora più complicato lavorare in Venezuela a causa di una legge sui movimenti di cambio in valuta straniera.
Ebbene, le due osservazioni si sono avverate con una precisione da orefice...
La prima affermazione è stata la posizione assunta da quei mentecatti del Codazzi in tribunale, più o meno un anno dopo, con la differenza che la controparte ero io. Ed io, contrariamente dal caso citato da Guido Brigli, ero stato convocato dalla dirigente della scuola, Anna Grazia Greco, nominata dal Mae (Ministero degli Affari Esteri). 
Per non parlare della pagliacciata della commissione ministeriale giunta nel mese di marzo dello stesso anno, per confermare la paritarietà alla scuola e ad attestarne la rispondenza con gli standard della scuola pubblica italiana: eravamo senza contratto e, almeno io, neanche registrato alla Camera del Lavoro. Per questo motivo, anche il documento d'identità risultava fasullo: tarocco. Altro che paritarietà, per quei truffatori ci voleva e ci vuole l'ergastolo!
Anche la seconda ipotesi era andata incredibilmente a segno: Guido Brigli era stato profeta in patria, era proprio il caso di dirlo... 
Durante l'anno scolastico 2005/2006, con la scusa della legge venezuelana sul controllo delle operazioni in valuta estera, quei delinquenti non ci hanno pagato per ben 4 mesi...

Guido Brigli e la Giunta del Codazzi: la misma vaina

Escuela Agustin Codazzi, Caracas - Guido Brigli

Consorterie: Lucia Veronesi e la camarilla del Codazzi - Escuela Agustin Codazzi, Caracas

Nel maggio del 2005, non pensavo che sarei più tornato a lavorare a Caracas, principalmente per la concezione "arcaica" del lavoro espressa dai superiori, dalla dirigente Anna Grazia Greco ai gregari della Giunta direttiva del Codazzi
Nei loro modi di fare era implicita una completa mancanza di fiducia, per quanto non fosse facile comprenderne i motivi. Ovviamente la disistima era reciproca, quegli inetti erano capaci solo di creare dissidi e caos. Inoltre, la mancanza di chiarezza da parte di quella gente era diventato un cliché, altro che trasparenza nella Pubblica Amministrazione, sembravano la congrega dei frati neri e, a dirla tutta, ne sono successe di cose strane in quella scuola e non soltanto a me.
Premesso ciò, fu una vera sorpresa sentirsi dire dalla preside Lucia Veronesi, di presentare domanda per insegnare l'anno successivo, perché "i genitori sono contenti del lavoro che ha fatto"
Anche in quella istituzione educativa, c'era tanta gente a posto. Era il 16 maggio del 2005.


Consorterie | Lucia Veronesi e la camarilla del Codazzi

Consorterie | Lucia Veronesi e la cricca del Codazzi

giovedì 20 settembre 2012

Consorterie: Anna Grazia Greco, Antonio Nazzaro e Kyong Mazzaro | Bruno Teodori, dirigente Mae

Quando lavoravo alla scuola "A. Codazzi" di Caracas, ho avuto modo di conoscere, per interposta persona, il prof Bruno Teodori. Ciò accadeva specialmente quando, parlando della penosa gestione della scuola con qualche collega, si passava a ragionare sugli esempi più recenti. Nel 2004 e negli anni successivi, la pietra di paragone era la gestione del dirigente Bruno Teodori. Tutti i colleghi, venezuelani e italiani, concordavano sul fatto che la sua dirigenza faceva funzionare bene la scuola. I vari elementi della Giunta Direttiva, infatti, con il dirigente Teodori rimanevano al loro posto. Non si allargavano, come hanno fatto in seguito. E gli insegnanti non avevano bisogno di elemosinare i propri diritti. 
Da quel che ascoltavo, il prof Bruno Teodori era l'italiano più rimpianto di Caracas...

Caballero buscando a Kyong Mazzaro

Per sfortuna, il prof Bruno Teodori era venuto a mancare, se ben ricordo, a causa di un ictus nel 2004. 
Dai racconti, mi ero fatto l'idea di un uomo abbastanza avanti con gli anni, diciamo sopra la sessantina, tipo 65 portati male... E invece, appena ho provato a verificare le mie valutazioni, mi sono reso conto che mi ero sbagliato alla grande: in questi giorni ho scoperto che, quando il prof Teodori è scomparso, era poco più che quarantenne, aveva 43 anni. Dunque era nel fiore degli anni ed era anche uno sportivo.
A volte si è superficiali senza volerlo. Avrei dovuto spendere qualche dubbio in più su quella morte. Come ho fatto, in seguito, sul mio avvelenamento del 2004 a Caracas. 
Avevo 36 anni e se fossi morto, quella scuola sarebbe stata statisticamente un'eccezione alla media nazionale che è di 79 anni per ciascun individuo (e non di 79 anni divisi, più o meno, in 2).

Omaggio a Bruno Teodori

Paolo Scartozzoni & los escualidos del Codazzi: la finta emergenza sanitaria in Venezuela e l'emergenza legalità in Italia | Escuela Agustin Codazzi, Caracas - Anna Grazia Greco

Poco tempo dopo, alcuni organi d'informazione di stampo imperialista, che lì a Caracas erano all'opposizione sotto il nome di los escualidos, hanno cominciato a tambureggiare sui media nientemeno che un'emergenza sanitaria a livello nazionale. Una roba fantascientifica. E molto casualmente, quando mi sono ripreso dal pernicioso avvelenamento, nella clinica dell'azienda sanitaria Sanitas, hanno provato a convincermi che avevo avuto un dengue emorragico
Al momento sono anche riusciti a farmelo credere: ero convinto che quell'emergenza sanitaria esistesse davvero. Emergenza dengue, dunque.

Paolo Scartozzoni, funzionario Mae in visita a Caracas

Il contratto con la Sanitas l'avevo firmato dietro indicazione della "Giunta Direttiva" del Codazzi ed è anche l'unico contratto legale che possa vantare dopo ben 2 anni di lavoro con quella gentaglia. Si noti bene: convocato dal Ministero degli Esteri, tramite Anna Grazia Greco, che aveva preso il posto del dirigente Bruno Teodori.
Avevo dimenticato di aggiungere che, nel dicembre 2004, mentre stavo morendo, scaduto il visto turistico, ero diventato anche clandestino. Il che all'atto pratico vuol dire che un qualsiasi figlio di puttana, tipo quel cornuto figlio di troia dell'attuale capo della "Giunta Direttiva" del Codazzi, Adriano Giovenco, avrebbe tranquillamente potuto affermare che "loro" a me non mi conoscevano, dunque io ero andato fin lì per sport... 

Queste non sono speculazioni, né dietrologia, ma la banalissima realtà dei fatti. Nel 2006, infatti, in un tribunale, quei signori hanno fatto queste precise affermazioni. False. Con la piccola differenza che, essendo sopravvissuto, li ho potuti non solo contraddire, ma anche sputtanare con le loro stesse menzogne. Punto.


Ule, Escuela Agustin Codazzi Caracas - stencil art 2006

La camarilla del Codazzi: complotto fascista | Daniele Marconcini a Caracas

Paolo Scartozzoni, funzionario Mae e guitto, a Caracas
Tornando all'emergenza sanitaria, quella tanto strombazzata da los escualidos, nel febbraio del 2005, il signor Daniele Marconcini, si è sentito in dovere di aggiungere la sua voce alla confusione de los escualidos. Col risultato che l'allora ambasciatore ha dovuto smentirlo: "Di che parla costui?", si dev'essere domandato. 
Stranamente, ero clandestino da più di un mese, ma proprio in quei giorni, quando il signor Marconcini era a Caracas (7-12/02/2012), a me e ad altri colleghi hanno finalmente fatto fare i documenti (11/02/2005) per circolare nel Paese. In realtà, documento è un termine improprio: la causa che ho intentato al Codazzi, ha dimostrato che quella gentaglia non mi ha mai regolarizzato. Per farlo avrebbe dovuto: 
  • registrarmi alla Camera del Lavoro venezuelana 
  • col contratto di lavoro, farmi avere i documenti 
Quegli ebeti della Giunta Direttiva del Codazzi, quell'ammasso di dementi, non hanno fatto né l'una, né l'altra procedura e, passato un certo periodo non l'avrebbero potuto più fare. Non senza autodenunciarsi, beninteso. Il risultato fu che per farmi avere la cedula, la carta d'identità, hanno dovuto corrompere un Pubblico Ufficiale. La mia cedula  aveva l'aspetto del documento coi timbri e tutto il resto ma non ne aveva la sostanza.
Quando ho provato a far rinnovare quel documento, nel 2006, all'Alcadia, nessuno voleva metterci le mani.  
Ovviamente.

Paolo Scartozzoni e Guido Brigli - acqua + terra = FANGO

gianluca salvati

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Gianluca Salvati - Lotta di cani

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