Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.

domenica 30 novembre 2014

Arte contemporanea: Human, collage | Quattro ballate gialle, Federico Garcia Lorca


 IV  Sopra il cielo delle margherite cammino

Stasera immagino
d'essere santo.
Mi posero la luna
in mano.
Io la riposi
negli spazi
e il Signore mi premiò
con la rosa e il nimbo.

Sopra il cielo
delle margherite cammino.

Ed ora me ne vado
per questi campi
a liberare le ragazze
dai cattivi innamorati
e a regalar monete d'oro
a tutti i bambini.

Sopra il cielo
delle margherite cammino.

                                       Federico Garcia Lorca


Human, collage su carta - Gianluca Salvati 2004


giovedì 27 novembre 2014

Nulla dies sine linea | I disegni dei maestri: il primo cinquecento toscano - Michelangelo e Leonardo

A proposito di tecniche, è da notare in questi anni una progressiva semplificazione rispetto ai più elaborati mezzi grafici quattrocenteschi, semplificazione che tuttavia ha i suoi ripensamenti e i suoi ritorni di fiamma.
[...] "Molti altri fanno con la penna sola, lasciando i lumi alla carta, che è difficile ma molto maestrevole". È, quest'ultimo, lo stesso procedimento descritto dal Cellini, che ha evidenti analogie con la tecnica incisoria: "Con la penna si disegna intersegando una linea sopra l'altra, e dove si vuol fare più ombre, si sovrappone più linee, e dove manco, vi si fanno manco linee, fintantoché si viene a lasciare la carta bianca per i lumi. Questo modo di disegnare è difficilissimo, e solo pochi sono quelli, che eccellentemente abbiano disegnato di penna".
[...] Se tale era la varietà dei modi, altrettanto ricca era la gamma dei temi, che tuttavia in senso stretto restarono ancorati soprattutto ai dogmi quattrocenteschi dello studio del nudo (la testa, l'intero, o singoli particolari, soprattutto mani e piedi) e del panneggio.
[...] Ciò non toglie che se lo scopo del disegno era in partenza scolastico e utilitaristico, il suo risultato non potesse invece essere straordinariamente vitale e indicativo dei più segreti umori dell'artista, che spesso vi si lasciava andare ad esperimenti non arrischiati in pittura; così se i temi erano ancora quelli antichi, il modo di interpretarli era a volte addirittura rivoluzionario o almeno, nei minori, sensibile alle novità più di quanto non avvenisse sulle opere in grande.
Si prenda il tema classico del nudo. Tutto il '400 fiorentino ne aveva indagato la struttura e le possibilità di movimento, eppure, quando Michelangelo studiò i suoi modelli nudi, il risultato fu tutt'altro da quello strettamente anatomico-dinamico quattrocentesco: la figura umana assunse proporzioni ideali, paragonabili per rigore a quelle degli edifici antichi, e una potenza plastica affatto nuova, che permetteva moti e scorci fino allora intentati, in un gioco di "contrapposti" difficilissimi che avrà elaborazioni e imitazioni per tutto il secolo. 

Michelangelo Buonarroti, disegno

Così quando questo stesso tema del nudo sarà studiato da Leonardo, egli ne individuerà ogni possibile compromissione col "lume universale dell'aria" e con lo spazio, in un animismo continuamente mutevole, che pure avrà i suoi echi per tutto il secolo. Mentre la lezione che Raffaello trarrà dal nudo sarà la "grazia" di perfetti equilibri proporzionali e di armoniche cadenze lineari, in un rinnovato classicismo. Quando poi questi studi di nudo si allacceranno in un discorso compositivo, la ricchezza degli effetti sarà ancora più nuova, scavalcando ogni timidezza quattrocentesca, vuoi nel tema sacro, vuoi in quello, altrettanto tradizionale a Firenze, della battaglia.
I disegni dei maestri - Il primo cinquecento toscano

Leonardo da Vinci, studio di panneggio

venerdì 21 novembre 2014

Saul Bellow, funzione dell'arte nella società contemporanea

Non è semplice far si che la gente ascolti, e una volta ascoltato presti anche attenzione e infine si persuada.  Queste difficoltà sono radicate nel cuore stesso della condizione dell’uomo contemporaneo, perché ormai abbiamo imparato ad ascoltare e non ascoltare, ad essere presenti ed assenti allo steso tempo.
[…]  Quando si fa un mestiere che si fonda sulla capacità personale di ottenere e mantenere attenzione, la distrazione, compatta e diffusa com’è a livello planetario, è precisamente la condizione ostile contro la quale si è chiamati a combattere.  La distrazione, alla quale mi capita spesso di pensare come a un fortissimo rumore di fondo, è la barriera attraverso la quale lo scrittore, il pittore, il musicista e il pensatore devono aprirsi un varco.  La distrazione è il confine entro il quale opera il difficile tentativo di indurre gli altri a prestare attenzione all’essenziale, nel momento in cui questa attenzione è sollecitata da ogni parte.  Uno scrittore, dunque, si trova a competere non tanto con gli altri scrittori quanto con tutti i grandi poteri politici e sociali, ciascuno dei quali reclama incessantemente una porzione della nostra mente.
 […]  Ma in questo vasto terreno comune di turbolenza la mente è obbligata a volare molto lontano per  poter trovare un posto davvero tranquillo dove fermarsi.  L’emozione diviene instabile, là dove la distrazione è così diffusa.  Vasti progetti e imprese vivono della nostra attenzione e fanno di tutto per ottenerla, spesso con mezzi più ingannevoli che corretti.  Ogni giorno siamo spinti a comprare automobili, cosmetici, pillole per tenerci in buona salute, antidolorifici, sonniferi, siamo invitati ad aprire conti in banca, a fare investimenti, a soddisfare i nostri capricci, a finanziare iniziative, a entrare in club, a fare vacanze all’estero, ad acquistare computer dell’ultima generazione.
Con questo non voglio mettere sotto accusa il marketing e la società dei consumi, ma accumulare prove che servano a interpretare gli effetti di queste attività commerciali, nonché di altre attività, sulla nostra mentalità e cultura.
Un professore di un’università californiana (che a quanto sembra non aveva niente di meglio da fare) ha calcolato che in un qualsiasi giorno della settimana il New York Times contiene più informazioni di quante un contemporaneo di Shakespeare avrebbe potuto raccogliere nell’arco di una vita intera.
Sono pronto ad ammettere che questo possa essere più o meno vero, anche se ho il sospetto che le informazioni in possesso di un elisabettiano di buona cultura fossero meglio organizzate rispetto a quelle dei lettori del Times.  Non riesco ad immaginare che qualcuno sia disposto a leggere da cima a fondo tutte le pagine di un quotidiano.  Vi assicuro che anche un lettore ossessivo, che si fosse messo in pensione o fosse ricoverato in ospedale o in preda alla disperazione, arriverebbe al massimo a poter fare in una giornata solo questo e nient’altro.
[…]  La gente è fiera della propria capacità di “far tornare tutto” a dispetto della confusione che ci circonda.  Molto tempo fa ho scritto che quello di cui aveva bisogno questo paese era una buona sintesi al prezzo di cinque cent.  Ma che sarà di coloro che a nessun prezzo sono in grado di venire a capo di una sintesi, che sono travolti e sommersi dall’incoerenza, dallo squilibrio, dal delirio ?
[…]  I media, con la loro misteriosa tecnologia, possono fare ben poco per insegnarci a leggere nei fatti.  Fanno parte anch’essi dell’eccitazione che generano.  Non sono in grado di fare luce sull’enormità che riferiscono.  Quando ci scuotono i nervi non sembrano fare altro che rispondere a una domanda diffusa, perfino universale, a una ben individuabile richiesta di orrori.
[…]  Naturalmente gli eventi in sé non sono imputabili ai media, anche se talvolta i media giocano effettivamente un ruolo negli eventi, e possono venire manipolati dai terroristi o dai governi e sedotti per diffondere disinformazione e propaganda.  Questi terribili eventi sono presentati altresì in forma di intrattenimento, e devono lasciare spazio agli obiettivi primari delle reti televisive.  In un medium che ha come fine l’intrattenimento, non ci si può soffermare troppo a lungo su di essi.  Divengono rapidamente obsoleti.
[…]  Io non propongo assolutamente niente.  Il mio unico compito è descrivere.  I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e – pesantemente – politico.  Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire.  Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa.
[…]  Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua.  Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
Saul Bellow


La caduta, part. olio su tela - 1996

martedì 11 novembre 2014

Pittura figurativa contemporanea - Weltanschauung, influenza e formazione | Storia dell'arte di Piero Adorno

La parola "influenza", tanto usata dagli storici dell'arte, non deve infatti essere intesa nel senso esteriore, come qualcosa che condiziona la volontà dell'artista, ma come componente della sua formazione culturale. Ciascuno di noi è quello che è per gli infiniti e continui contatti con il mondo che lo circonda, per gli scambi di idee, le letture, le visioni di oggetti, di opere d'arte, e così via: tutto resta a sedimentare, formandoci e trasformandoci, fino a determinare il nostro modo di pensare, che non è la "somma" meccanica di tante conoscenze; è, al contrario, la nostra interpretazione della società, completamente personale, completamente autonoma; è, per usare un termine tedesco che esprime perfettamente questa idea, la nostra Weltanschauung, la nostra "concezione del mondo".
L'arte italiana vol. I, Piero Adorno


Tennista, olio su tela - Gianluca Salvati 1999


gianluca salvati

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Gianluca Salvati - Lotta di cani

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