Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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domenica 30 giugno 2013

Storia di un quadro | Saggio di pittura anarchica: "Theresè", acrilici su tavola (Piero Golia c'era...)

Dopo aver sperimentato le tavole dell'accademia come supporto alle mie opere, nel lavoro a pastelli, "Bianca", presi a lavorare con la pittura. Il primo dipinto su tavola lo dedicai ad una compagna di corso, molto brava e divertente, con cui mi confrontavo spesso. Questo lavoro, infatti, lo realizzai tra una battuta e l'altra, dato che Teresa era presente quel giorno: mi ero talmente divertito che in seguito non avrei scommesso sul risultato. 
E invece, mostrandolo in giro, il quadro Theresé ha suscitato spesso pareri favorevoli.
Si era nel 1996, dunque era il primo anno che Piero Golia frequentava il corso di nudo, anche se in quel periodo aveva ragionevolmente smesso di disegnare la modella e per lo più e ne andava in giro a parlare con qualcuno e a guardarsi intorno. 
Per questo motivo il quadro Theresé, rientra nella serie: "Piero Golia c'era".  

Theresé - Piero Golia c'era - acrilici su tavola 1996 - Gianluca Salvati

domenica 9 giugno 2013

Piero Golia interpreta un mio quadro | Omaggio al "finto disinvolto", Accademia di Belle Arti di Napoli - 9 giugno 1997

Rispetto al gruppo del corso di disegno, il gruppo cosiddetto degli anarchici, Piero Golia ha sempre fatto categoria a sé, e non perché fosse questo gran genio, al contrario...  
Piero Golia aveva un modo di relazionarsi agli altri piuttosto insolito. Ad esempio arrossiva con estrema facilità e in maniera impressionante: mai visto qualcuno arrossire a quel modo. Piero Golia dava l'idea di non essere mai davvero a proprio agio, anche se le persone che frequentavano il corso erano le più pacifiche di questo mondo. Piero Golia arrossiva e poi, per mascherare il suo imbarazzo, si gettava in performance o battute di dubbio gusto.
Nella foto di questo post, Piero Golia, fumatore compulsivo, si improvvisa performer di un mio lavoro... No comment. 
Omaggio a Piero Golia, il finto disinvolto.  

Piero Golia interpreta un mio quadro

lunedì 3 giugno 2013

Storia di un quadro: "Bianca", pastelli su tavola 1996 | Gli anarchici del Nudo e Piero Golia

La pittura, come la intendo io, è principalmente materia e stratificazione. In tal modo, anche se la pittura si svolge nello spazio, rende bene sia l'idea del tempo, sia della memoria. Così, nel 1996, cominciai ad interessarmi alle tavole che utilizzavamo per i disegni all'accademia. Queste tavole erano in legno, materiale che risponde benissimo alla pittura materica, inoltre avevano superfici decisamente vissute: segnate dai colori e patinate dal tempo. Il primo lavoro che tirai fuori fu Bianca, uno studio a pastelli della modella.

Piero Golia c'era... era infatti il primo anno che Piero Golia si era aggiunto al gruppo "storico" , ovvero a coloro che lavoravano da qualche anno al corso di nudo dell'accademia di belle arti di Napoli. Quel nucleo era noto ai piani alti dell'accademia, come "gli anarchici"
Così si era definiti dagli studenti e dai prof dei corsi ufficiali: pittura, scultura, decorazione e scenografia. Dal 1994, però, il gruppo degli anarchici aveva cominciato a far parlare di sé, infatti quell'aggregato di personalità e percorsi tanto diversi, me compreso, cominciava a dare i suoi frutti...

Tornando alle tavole, dopo quel primo esperimento a pastelli, cominciai a dargli dentro con la pittura, imbrattando buona parte delle tavole disponibili. 
La pacchia durò finché il prof non mi disse di smetterla. Al che risposi: "Obbedisco!"

Bianca, gessetti su tavola 1996  - Gianluca Salvati



martedì 28 maggio 2013

Quel coniglio bianco di Piero Golia | Franco Chirico & Kiko Arguello

Piero Golia era intenzionato a diventare artista. Nel 1995, Piero Golia si iscrisse al corso di nudo dell'accademia di Belle Arti di Napoli. Dopo aver provato, senza impegno e quindi senza risultati, a disegnare e a dipingere, Piero Golia si convertì in artista concettuale.


concettuale ‹con·cet·tu·à·le› agg. ~ Essenziale, sostanziale, dal punto di vista della compiutezza di idee sul piano logico e pratico: c’è fra le due tesi un’inconciliabilità c. ♦ Diretto alla formulazione di concetti, che si esprime mediante concetti: attività c., conoscenza c.Arte c. (ingl. conceptual art), corrente artistica contemporanea sorta intorno al 1960 che, partendo dal rifiuto della mercificazione dell’oggetto d’arte, pone l’accento sul momento dell’ideazione e progettazione dell’opera e si concentra part. sull’analisi e la sperimentazione dei vari mezzi di comunicazione e di linguaggi diversi, nel tentativo di liberarsi dalla sottomissione ai materiali.
ETIMO Dal lat. mediev. conceptualis, der. di conceptus -us ‘concetto’
DATA prima metà sec. XIX.
 il Devoto-Oli 2009

Il 9 giugno del 1997, Piero Golia, novello artista concettuale, espose un coniglio alla mostra collettiva di fine corso. Ovviamente, essendo frutto di un processo di lunga elaborazione, la sua opera prima non consisteva in un semplice coniglio, bensì in un coniglio bianco sistemato all'interno di una gabbietta.

coniglio ‹co·nì·glio› s.m. (f. -a; pl.m. -gli)  1. Mammifero Lagomorfo dei Leporidi intensamente allevato a scopo alimentare e per l’utilizzazione del pelo e della pelliccia; deriva dal coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), a differenza del quale ha orecchie e arti più corti, mole più grossa, pelame più morbido e fitto, variamente colorato, carne più dolce e delicata ♦ La carne dell’animale macellato: c. alla cacciatora.
2. fig. Simbolo di timidezza e timore, di pavidità e viltà: ha un cuore di c. • DIM. conigliétto (v.), poco com. coniglìno, tosc. conìgliolo, poco com. conigliòtto. ACCR. coniglióne. PEGG. conigliàccio nel sign. 2.
ETIMO Lat. cunicŭlum
DATA sec. XII.
 il Devoto-Oli 2009

Il colpo di genio di Piero Golia si manifestò nell'applicazione di due altoparlanti vicino alla gabbietta del coniglio.

altoparlante ‹al·to·par·làn·te› s.m. ~ Apparecchio che amplifica i suoni trasformando l’energia di correnti elettriche modulate a frequenza acustica in energia meccanica di vibrazione. • DIM. altoparlantìno.
ETIMO Comp. di alto e parlante
DATA 1927.
 il Devoto-Oli 2009

Dagli altoparlanti scaturiva la voce registrata di Piero Golia, il quale, parlando al posto del coniglio bianco, chiedeva in tono concitato di farlo uscire da lì. Il coniglio, in compenso, non faceva una grinza e se ne stava lì dentro tranquillo nonostante il viavai di gente e il gracchiare degli amplificatori. La spiegazione colta di questo eccellente lavoro di Piero Golia era che il neo-artista concettuale viveva una condizione esistenziale simile a quella della sua creazione. Piero Golia si identificava totalmente in quel coniglio (e in tutto il resto), dimostrando con la sua opera prima una compiuta visione wagneriana. L'opera d'arte totale.

Franco Chirico, altro eminente personaggio, già editore della setta catto-talebana dei catecumeni e amico personale di Kiko Arguello (leader e santino ante litteram della suddetta setta), Franco Chirico ha visitato quella collettiva ed ha, verosimilmente rimirato le pirotecniche invenzioni di Piero Golia. Un uomo, un artista concettuale. 

lunedì 27 maggio 2013

Piero Golia, collettiva del corso di nudo | Leonardo da Vinci: Trattato di pittura - Il disegno

Piero Golia, Accademia di Belle Arti di Napoli, 1997

CHE si deve imparare prima la diligenza che la presta pratica. Quando tu, disegnatore, vorrai far buono ed utile studio, usa nel tuo disegnare di far adagio, e giudicare fra i lumi quali e quanti tengano il primo grado di chiarezza, e similmente infra le ombre quali sieno quelle che sono più scure che le altre, ed in che modo si mischino insieme, e le quantità; e paragonare l'una coll'altra, ed i lineamenti a che parte si drizzino, e nelle linee quanta parte di esse si torce per l'uno o per l'altro verso, e dove è più o meno evidente, e così larga o sottile; ed in ultimo che le tue ombre e lumi sieno uniti senza tratti o segni ad uso di fumo. E quando tu avrai fatto la mano e il giudizio a questa diligenza, verratti fatta tanto presto la pratica che tu non te ne avvedrai.
Trattato di pittura, Leonardo da Vinci

QUANDO ho conosciuto Piero Golia, nel settembre del 1995, l'aspirante artista stava sostenendo l'esame di disegno per accedere al corso del Libero Nudo dell'accademia di Napoli. Come livello qualitativo Piero Golia era poco sotto lo zero, ma ciò non rappresentava un problema. Il disegno è una tecnica che può apprendere chiunque, a prescindere dal talento: io per primo mi credevo negato nel disegno, ma poi sono riuscito ad apprenderne i rudimenti. L'unico modo per procedere e migliorarsi è il lavoro costante, come ben sapeva il Maestro, Leonardo da Vinci. Questa è la regola.
Ora, Piero Golia, rappresenta un'eccezione (ma che eccezione), rispetto alla regola. Non perché sia completamente negato, dato che il talento non è necessario nell'apprendere la tecnica, ma perché Piero Golia era talmente refrattario al tipo d'impegno richiesto, da non provarci neanche.
Il comportamento di Piero Golia era, a dir  poco, insolito: se sei iscritto all'università, si spera per tua scelta, sai che ti devi impegnare altrimenti non ti laurei. Si può ammettere che qualche materia risulti più ostica, per cui venga meno la motivazione allo studio. Ma non si capisce perché ci si iscriva ad un corso che non rilascia niente, se poi non si ha voglia di lavorare... 
Un bel mistero. Ma Piero Golia non ne faceva un dramma: ha continuato a frequentare il corso di nudo, mentre il suo livello qualitativo restava sempre lo stesso, poco sotto lo zero. 
Dopo due anni, però, Piero Golia ha avuto una grande evoluzione: è divenuto artista concettuale..

gianluca salvati

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Gianluca Salvati - Lotta di cani

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