Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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giovedì 27 novembre 2014

Nulla dies sine linea | I disegni dei maestri: il primo cinquecento toscano - Michelangelo e Leonardo

A proposito di tecniche, è da notare in questi anni una progressiva semplificazione rispetto ai più elaborati mezzi grafici quattrocenteschi, semplificazione che tuttavia ha i suoi ripensamenti e i suoi ritorni di fiamma.
[...] "Molti altri fanno con la penna sola, lasciando i lumi alla carta, che è difficile ma molto maestrevole". È, quest'ultimo, lo stesso procedimento descritto dal Cellini, che ha evidenti analogie con la tecnica incisoria: "Con la penna si disegna intersegando una linea sopra l'altra, e dove si vuol fare più ombre, si sovrappone più linee, e dove manco, vi si fanno manco linee, fintantoché si viene a lasciare la carta bianca per i lumi. Questo modo di disegnare è difficilissimo, e solo pochi sono quelli, che eccellentemente abbiano disegnato di penna".
[...] Se tale era la varietà dei modi, altrettanto ricca era la gamma dei temi, che tuttavia in senso stretto restarono ancorati soprattutto ai dogmi quattrocenteschi dello studio del nudo (la testa, l'intero, o singoli particolari, soprattutto mani e piedi) e del panneggio.
[...] Ciò non toglie che se lo scopo del disegno era in partenza scolastico e utilitaristico, il suo risultato non potesse invece essere straordinariamente vitale e indicativo dei più segreti umori dell'artista, che spesso vi si lasciava andare ad esperimenti non arrischiati in pittura; così se i temi erano ancora quelli antichi, il modo di interpretarli era a volte addirittura rivoluzionario o almeno, nei minori, sensibile alle novità più di quanto non avvenisse sulle opere in grande.
Si prenda il tema classico del nudo. Tutto il '400 fiorentino ne aveva indagato la struttura e le possibilità di movimento, eppure, quando Michelangelo studiò i suoi modelli nudi, il risultato fu tutt'altro da quello strettamente anatomico-dinamico quattrocentesco: la figura umana assunse proporzioni ideali, paragonabili per rigore a quelle degli edifici antichi, e una potenza plastica affatto nuova, che permetteva moti e scorci fino allora intentati, in un gioco di "contrapposti" difficilissimi che avrà elaborazioni e imitazioni per tutto il secolo. 

Michelangelo Buonarroti, disegno

Così quando questo stesso tema del nudo sarà studiato da Leonardo, egli ne individuerà ogni possibile compromissione col "lume universale dell'aria" e con lo spazio, in un animismo continuamente mutevole, che pure avrà i suoi echi per tutto il secolo. Mentre la lezione che Raffaello trarrà dal nudo sarà la "grazia" di perfetti equilibri proporzionali e di armoniche cadenze lineari, in un rinnovato classicismo. Quando poi questi studi di nudo si allacceranno in un discorso compositivo, la ricchezza degli effetti sarà ancora più nuova, scavalcando ogni timidezza quattrocentesca, vuoi nel tema sacro, vuoi in quello, altrettanto tradizionale a Firenze, della battaglia.
I disegni dei maestri - Il primo cinquecento toscano

Leonardo da Vinci, studio di panneggio

venerdì 3 ottobre 2014

I disegni dei maestri - Il primo cinquecento toscano

Scopo primario era, naturalmente, quello di impratichire la mano e l'occhio dell'esecutore stesso e di predisporgli spunti e studi per i dipinti: a questi due fini essenziali, certo, i singoli artisti rispondevano in modi diversi e davano sfumature diverse di interpretazione sia dei modelli, quasi sempre tratti dal vero, sia delle composizioni, sia dei particolari. Cosicché ciascuno insisteva a suo genio più sullo studio del nudo, come Michelangelo, o più su quello del panneggio e sul paesaggio, come Frà Bartolomeo, oppure sulla figura umana in armonioso rapporto con le altre e con lo spazio, come Raffaello; mentre per alcuni il disegno verrà solo in vista delle opere pittoriche, come per Andrea del Sarto, per altri esso sarà invece principale, se non unico, mezzo di indagine sul vero, come fu per Leonardo e come era stato, con maggiore monotonia di temi, per Filippino Lippi.

Angelo annunciante - Fra Bartolomeo

Le occasioni per disegnare erano molteplici: dall'esercitazione puramente scolastica alla ricerca di una particolare figura, già pensata per una precisa composizione pittorica, dalla prova di un movimento o di un taglio compositivo, sempre in vista di un'opera maggiore, allo schizzo di fantasia e quasi di divertito riposo; dall'abbozzo o modello da presentare al committente, al cartone vero e proprio da meticolosamente rifinire per tradurlo in pittura; dall'accostamento ora timido, ora amoroso, ora aggressivo, al modello naturale già predisposto per una qualche composizione, all'appunto rapido da una scena di vita o da un paesaggio, spesso sollecitato dall'occasione immediata e mai più ripetibile. Il disegno poteva anche essere un utile pro-memoria di elementi naturali o figurativi da sfruttare in seguito, quasi una riproduzione fotografica tutta personale, di cui sono singolare esempio i vari taccuini, come quelli architettonico-scenografici del Peruzzi o quelli paesistici di Frà Bartolomeo e del Bachiacca.
I disegni dei maestri - Il primo cinquecento toscano

Angelo annunciante, disegno a sanguigna - Andrea Del Sarto

gianluca salvati

gianluca salvati
Gianluca Salvati - Lotta di cani

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