Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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domenica 8 marzo 2015

Lucia Veronesi, una leonessa a Caracas

La preside della scuola Agustin Codazzi di Caracas, Lucia Veronesi, è stata una delle persone più coraggiose che abbia mai conosciuto.
Ancora oggi non mi capacito delle sue doti di combattente e di quanto fosse indomito il suo animo.
Come tutte le persone di carattere non aveva bisogno di alzare la voce per farsi ascoltare ed i suoi modi erano sempre improntati a franchezza e cordialità.
Nei giorni in cui l'ho conosciuta, a fine settembre 2004, era già malata e sotto cura chemioterapica, ciononostante ha saputo tenere testa al periodo di mala gestione di Anna Grazia Greco, una fuorilegge patentata, e ai tanti danni che avrebbe potuto fare.
Ricordo il primo scambio di opinioni che ebbi con Lucia Veronesi, in merito ad un bambino un po' discolo. Lei mi disse che dovevo essere come una mamma... Le risposi che, casomai, potevo essere come un papà, aggiungendo che i ruoli non erano poi così uguali...
La preside dribblò la mia affermazione e prese a parlare di quando insegnava lei.

Ogni volta che penso a quello scambio, mi convinco che Lucia Veronesi stava prendendo informazioni, nel senso che non aveva proprio idea di chi si trovasse di fronte. Non che fosse prevenuta, ma era poco o niente informata (le truffe funzionano meglio quando le persone vengono tenute all'oscuro). Il mio arrivo alla scuola di Caracas, infatti, fu deciso dalla Greco, che mi chiamò dall'Italia con un cellulare italiano (provvisto di scheda Tim).
Ad un certo punto ero venuto a sapere che il mio curriculum vitae, stranamente, non era giunto a chi di dovere, ovvero alla preside e alla coordinatrice. 

(Eppure allegavo sempre il curriculum alle domande che presentavo, anzi, non era neanche un file allegato, bensì presente nella stessa pagina della messa a disposizione. In tal modo, cambiando l'indirizzo email e il nominativo dell'istituzione scolastica, potevo inviare la stessa domanda a tutte le scuole, risparmiando molto tempo...)
 Cosicché dopo circa un mese dal mio arrivo a Caracas, stampai il mio curriculum vitae e lo consegnai personalmente alle interessate.

Lucia Veronesi non era informata sui giochetti della Greco, ma aveva gli strumenti per valutare situazioni e persone. Per questo è riuscita a spiazzarmi non una, ma diverse volte...
Quando immagino all'attività di intelligence, non penso agli squallidi spioni della Greco, ma ricordo la lucida intelligenza della preside Lucia Veronesi. Intelligenza col sorriso. 
Al contrario, quella col marchio Anna Grazia Greco e consociati (ovvero cricca Codazzi e corte de' miracoli) tutto poteva essere fuorché intelligence: il suo nome è infamità, l'arma dei vigliacchi... 
Fossi stato meno ingenuo, gli avrei insegnato a campare a quella gente. 
In seguito ho appreso che la difficoltà principale nel capire certi giochi sporchi consiste semplicemente nel fatto che ci si rifiuta di riconoscere ciò che non si farebbe al proprio prossimo, ovvero, per dirla con Kant, per chi tratta i propri simili (e non solo) come fine e non come mezzo.

Lucia Veronesi, una leonessa a Caracas

gianluca salvati

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Gianluca Salvati - Lotta di cani

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