Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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sabato 8 ottobre 2016

Il figlio di Bin Laden e i siti porno

Come ho già scritto, nel periodo dopo l'avvento della Commissione interministeriale capitanata dal guitto di regime, Paolo Scartozzoni, cominciai a sentirmi piuttosto incomodo. Ero stato l'unico a muovere delle critiche nei confronti di quegli stura-cessi nati della cricca Codazzi, agli ordini della Greco. Il mio finto amico, il collega che aveva sostenuto le stesse rimostranze, era rientrato in Italia, senza alcun particolare motivo. Ed io mi sentivo sempre molto "osservato". Ovunque andassi nella scuola, vedevo teste che si giravano, neanche fossi stato il figlio di Bin Laden, che a quei tempi era piuttosto popolare.

Mi dicevo che me la stavano facendo pagare per via delle mie osservazioni alla commissione interministeriale e avevo ragione soltanto a metà.

Avevo rimosso troppo rapidamente quanto mi era accaduto nel dicembre del 2004 quando, una volta in piedi, avevo voluto credere alla patetica storiella che mi avevano propinato alla Clinica Sanitas di Plaza Altamira. Una storia che faceva acqua da tutte le parti e appena ho provato a verificarla si è disciolta come neve al sole: avevo avuto un dengue emorragico. Non c'era una sola affermazione valida in quelle chiacchiere.

Anche la pagliacciata della commissione ministeriale - da attribuirsi principalmente al pagliaccio di Stato, Paolo Scartozzoni, perché le altre persone rimasero al loro posto - era l’ennesimo tentativo di intorbidire ulteriormente le acque.

Fortunatamente la proverbiale stupidità della gente per cui lavoravo, universalmente riconosciuta anche fuori dai confini nazionali, mi risollevò da quella penosa situazione. Dopo un paio di mesi di "trattamento", accadde un fatto talmente eclatante che smisi automaticamente di essere il centro dell'attenzione.

Era venuto in mio aiuto, si fa per dire, il fidanzato della Greco (Anna Grazia, fuorilegge per passione), il prof di informatica che teneva corsi per tutte le classi. Il tipo, tale Fabrizio, era l'unico prof  proveniente dall'Italia a vantare un contratto. E che contratto, prevedeva alloggio in hotel di lusso e viaggi aerei spesati mensilmente! Neanche fosse stato un nababbo arabo! Noialtri, invece, si lavorava in nero, malgrado avessimo fatto presente l'irregolarità contrattuale alla commissione ministeriale guidata dal pagliaccio di regime, Paolo Scartozzoni, nel marzo del 2005.

Tornando al Fabrizio, l'amichetto della Greco, quello dal mega-contratto, accadde che, durante le sue ore, un bambino di 4ª elementare aveva preso  navigare su siti porno. Per questo motivo si era  organizzato portandosi un'intera lista di siti da visitare, come riportato dalla collega.

Il sig. Fabrizio era uso, quando lavorava, starsene seduto ad un computer pensando agli affari propri, ma non dopo aver distribuito giochini per tutti.

Dunque, se notò qualcosa, non lo diede a vedere. Né si sentì in dovere di intervenire quando una bambina gli disse del compagno che guardava siti vietati. Il prof le rispose senza scomporsi: "Se vuol mettersi quelle cose in testa...", come se la cosa non lo riguardasse.
E in effetti, il sig. Fabrizio da privilegiato qual era, si preoccupava unicamente di salvaguardare i propri interessi, impegnandosi meno del necessario.

Il giorno dopo ci fu una sollevazione di genitori. Lo scontento durò qualche giorno dopodiché fu messo tutto a tacere.

Da quel giorno però, magicamente, smisi di essere il figlio di Bin Laden per ridiventare un semplice cittadino. Quando passavo io, le teste non si giravano più: evidentemente c'erano problemi più seri a cui pensare...


Das Bin Laden Sohn, 2013 - penna su carta

gianluca salvati

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Gianluca Salvati - Lotta di cani

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