Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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domenica 9 ottobre 2016

Burundanga in Messico

 Durante le vacanze di Natale del 2006, feci un viaggio in Messico, benché diverse persone avessero provato a dissuadermi.
Questo paese del centro America era una meta che ambivo raggiungere da molto tempo, per cui nessuno degli argomenti ascoltati sarebbe stato abbastanza scioccante da farmi cambiare idea. Così approfittai delle vacanze natalizie, che fortunatamente in Venezuela erano lunghe (tre settimane circa), per realizzare il mio antico sogno.
Stare alcune settimane in un paese per me non significa averlo visto, ma è comunque meglio di niente. Un’altra mia regola che adotto quando mi trovo in un altro paese è di non fare il turista, ma di viverlo come se fosse il mio paese, dunque adoro mescolarmi alla gente.
In Messico ero partito da solo, El Hombre Negro era tornato in Italia ma mi aveva lasciato la guida Lonely Planet perché anche lui aspirava ad andare in Messico; M, invece era andata a sud, a Manaus (Brasile), in un viaggio interminabile e faticoso (non ho mai capito con chi). Dunque, da solo avrei seguito più che mai i miei principi. Quando si viaggia da soli ci vuole un po’ di attenzione che a me non manca, ma debbo anche dire che, per quanto abbia le antenne, non sempre mi capacito di tutto ciò che mi accade intorno.

Ero a Città del Messico, dalle parti del centro storico, ricordo un certo dispiegamento di polizia in quei giorni, e mi stavo incamminando verso zone che erano certamente meno controllate. Camminavo e non ero certo della direzione da prendere. Anche quando si vaga a zonzo bisogna mantenere delle direttrici di marcia. Io procedevo senza essere convinto del mio percorso. Ad un certo punto mi destò un tonfo, seguito da un gemito, mi voltai e vidi una ragazza ad un passo da me che era inciampata ed aveva battuto la testa su un alberello di quelli che decorano i marciapiedi. Fortuna che l’albero era piccolo ed aveva attutito l’impatto, ma alla ragazza si erano rotti gli occhiali. La compagna l’aiutò a tirarsi su.
Questo è ciò che riguarda il primo piano della scena.
Al secondo piano, invece, immediatamente dietro alle ragazze, c’era tutto un assembramento di persone che pareva di essere ad una manifestazione del partito comunista negli anni ‘70, il raggruppamento era quantomeno curioso dato che le strade e i marciapiedi circostanti erano quasi desolate. Era un po’ come avere uno sciame di grossi calabroni che ti ronzano silenziosamente attorno, anzi alle spalle...
Il mio sguardo sbigottito ed interrogativo mise in difficoltà parecchie di queste persone che si dispersero rapidamente. Stetti un attimo a fare il punto della situazione dopodiché cambiai marciapiede e tornai decisamente indietro: la ragazza era comunque in buone mani.

Non avevo capito tutto quello che stava accadendo a mia insaputa un attimo prima, ma avevo afferrato che la situazione era quantomeno allarmante, perciò ritornai senza dubbio ma con calma, verso la folla del centro.
L’accaduto di poc’anzi mi poneva molte domande, ed io non avevo la maggioranza delle risposte. Ma mi trovavo per caso delle domande simili a cui confrontarle. Per esempio, perché quella ragazza cadendo non aveva avuto la prontezza di mettere le mani davanti? Eppure era giovane e in buona salute. Qualcosa l’aveva rallentata nei riflessi... 
Proprio come quella collega di Caracas che era caduta rompendosi un dente sul marciapiedi, appena due mesi prima. Come mai non era riuscita, cadendo, ad attutire con un arto l’effetto dell’urto?
A quei tempi non avevo ancora sentito parlare di burundanga, né di sostanze simili, anche se avevo entrambe le guide della Lonely Planet, quella della Colombia e quella del Venezuela, che ne parlavano diffusamente (cosa che non fanno oggi).
In Italia, in genere quando si parla di situazioni simili, cioè di persone anestetizzate senza previa autorizzazione, si fa riferimento a chi viaggia in treno di notte, oppure a chi viene rapinato in casa.
Il cliché nazionale, infatti, vuole che a realizzare questo genere di imprese, siano un certo tipo di gruppi sociali, in genere gli ultimi gradini della casta, come gli zingari o i rumeni.
Sono loro i legittimi autori di questi reati truffaldini al limite con la magia nera.
Autori di comodo, ovviamente, com’è facile ed utile per i poteri travisare un simile, semplice stratagemma con la superstizione, la Chiesa ci sguazza da secoli su questa sorta di pii equivoci...
Di più non si dice perché il regime ha tutto l’interesse a mantenere il segreto su un certo modo subdolo di agire illegalmente. In tali casi bisogna ricordare che non esiste solo la burundanga, ma c’è tutta un’infinita farmacopea a cui far riferimento, il limite al solito è la fantasia, ma anche la consapevolezza delle persone normali quando notano insolite stranezze.
A volte basta cambiare aria.

Mexico D.C. - dic. 2006


giovedì 24 marzo 2016

M come megafono: burundanga

La mia collega al Codazzi, M, era una vera donna di mondo: viveva a casa lo stretto necessario, passando il resto del tempo in giro.
Fin dal suo arrivo a Caracas, nel febbraio 2005, era stata presa in consegna dalla dirigente, Anna Grazia Greco, di cui sembrava essere la dama di compagnia e da Minerva Valletta che nel primo mese di permanenza a Caracas mise a disposizione di M la casa dei propri genitori (o dei suoceri, non ricordo), senza chiedere neanche un minimo di affitto (il tempo per far trovare un appartamento a Piero Armenti, ovvero un appartamento da condividere con M, come si vedrà in seguito). 
Ovviamente M era una persona con la coscienza a posto, integra e leale; talmente socievole che parlava e frequentava tutti, dal delinquente di quartiere al diplomatico d'ambasciata. Era, come avrebbe detto Kipling, capace di parlare con il ladro e con il re. Per questo motivo rappresentava, a sua insaputa, un formidabile megafono per chi avesse voluto attingere ad un certo tipo di informazioni. A volte la prendevo in giro per le sue frequentazioni, per lo più gente che non mi andava a genio. Non mettevo in dubbio la sua buona fede, ma avevo il sentore che la sua mondanità potesse essere sfruttata per carpirle informazioni, per esempio sulle mosse che prendemmo durante il secondo anno scolastico (2005/2006) per contrastare le infami decisioni di quei pezzenti della Giunta del Codazzi. Così a volte mi informavo per verificare se qualcuno approfittasse di lei... 
Una volta, era presente una nostra conoscente, Daniela, avevo chiesto a M se Minerva Valletta, della giunta del Codazzi (moglie del signor Bagordo, autista all'Ambasciata italiana di Caracas) una che con lei faceva l'amica, avesse fatto domande su di me. M. rispose che se anche ne avesse fatte, lei avrebbe saputo come dribblarle. In quel momento si intromise Daniela, dicendo che se volevano farla parlare, l'avrebbero fatto, suo malgrado. La risposta spiazzò M, e, devo dire, anche me, ma la trovai più sensata di quanto le fosse consentito. Daniela sapeva quel che diceva perché, nonostante fosse poco affidabile, aveva esperienza di queste cose. Era stata la compagna di uno che, a quei tempi (2006), faceva parte della scorta personale di Silvio Berlusconi

Minerva Valletta

Quando, tempo dopo, mi sono occupato dei i metodi utilizzati da infami di professione o, solo infami e basta, per estorcere informazioni ad una persona, ho scoperto che in Venezuela viene adoperata una sostanza, la burundanga. Questa droga proveniente dalla Colombia, viene usata, tra l'altro, come siero della verità. Per farla agire è sufficiente aggiungerla, ad esempio, ad una bibita. Anche in Venezuela il suo utilizzo è illegale, ciononostante è risaputo che viene utilizzata. Ne segnala l'utilizzo la guida Lonely Planet, sia quella del Venezuela, sia quella della Colombia. E non è escluso che la si usi anche in Italia, dato che dalla Colombia e dal Venezuela arrivano più note sostanze. Però, va detto: finora nessuna droga ha dimostrato potenzialità ipnotico-anestetiche e maggiore potere di istupidimento della televisione, in particolare quella commerciale...
A questo punto, vorrei spezzare una lancia a favore del Messico. Si parla spesso dei narcos messicani, e finché si fa riferimento al mercato di coca statunitense, il discorso ha un senso. Ma quando si parla dei carichi per il vecchio continente, non si capisce perché la coca debba fare tanti chilometri in più, andando su e giù per l'america centrale (con quello che costano oggi i carburanti, per giunta). Non si fa mai menzione al Venezuela, come se il Paese scomparisse dalle rotte della geografia criminale o da quelle dell'Interpol. E non è chiaro perché: si sa che la coca viene coltivata in Colombia, Hollywood ci ha bombardato di film sull'argomento, ma ci si dimentica di dire che il paese a forte presenza italiana nell'area è il Venezuela (950.000 persone) e che la frontiera di questo paese con la Colombia è estremamente permeabile causa la decennale guerriglia. Logica vuole che la coca europea, gestita dalla 'ndrangheta, parta proprio dal Venezuela, per garantire una logistica appropriata a dei carichi tanto preziosi quanto consistenti, dato il volume d'affari.
Questo spiegherebbe la necessità di un conto cifrato su una banca svizzera, la Credit Suisse, da parte dell'onorata associazione senza scopo di lucro "Agustin Codazzi", associazione di accattoni dediti al riciclaggio, il cui motto è Nulla dies sine linea (da buona tradizione massonica). Tanto per ricordare che le logge infami, come la P2, vanno per la maggiore qui da noi...

giovedì 27 gennaio 2011

Regime massonico e propaganda: droga e burundanga | Lonely Planet: una guida riveduta e corretta - La fidanzata di Carlo Fermi

Droga
La presenza di cocaina colombiana in Venezuela è in aumento. Non solo, il paese è uno dei punti di transito della droga diretta in Europa e negli Stati Uniti. Il numero degli abitanti locali coinvolti nel traffico di stupefacenti è in crescita, così come la corruzione e gli altri crimini connessi a questi affari illeciti. Fortunatamente, non è ancora giunta notizia di turisti ai quali sia stata messa addosso della droga per estorcere loro denaro.
[...] Recentemente si sono verificati casi isolati di turisti drogati con la burundanga, una sostanza stupefacente diffusa e prodotta in Colombia. La burundanga è utilizzata dai ladri per privare le loro vittime di qualsiasi capacità di reazione e ripulirle senza incontrare alcuna resistenza. Essendo inodore e insapore, può essere aggiunta praticamente a ogni sostanza (dolci, sigarette, gomma da masticare, alcolici, birra) e pertanto è estremamente facile da somministrare. In caso di situazioni sospette, pensateci due volte prima di accettare una sigaretta da un estraneo o una bibita da una persona appena conosciuta.
tratto da Lonely Planet Venezuela (ed. italiana - settembre 2001)

Burundanga
Il burundanga è un'altra sostanza che è bene conoscere. Si tratta di una droga ottenuta da un albero molto diffuso in Colombia e usata dai ladri per inibire la capacità di reazione delle proprie vittime. Non avendo un odore o un sapore particolari, può essere aggiunta a caramelle, sigarette, chewing gum, liquori, birra - praticamente a tutti i cibi e le bevande.
L'effetto principale di una dose è quello di azzerare la volontà pur lasciando il soggetto del tutto cosciente. A quel punto il ladro può farsi consegnare qualsiasi oggetto di valore dalla vittima, che obbedirà senza opporre resistenza. Sono agli atti numerosi casi di stupro avvenuti dopo la somministrazione del burundanga. Altri effetti sono perdita di memoria e sonnolenza, che possono durare da alcune ore a qualche giorno. Un'overdose può risultare letale.
Il burundanga non viene usato soltanto a danno dei turisti stranieri: ne sono vittime anche molti colombiani, ai quali in questo modo viene sottratta l'automobile o svaligiata la casa.
Pensateci due volte prima di accettare una sigaretta da un estraneo o una birra da un nuovo 'amico'.
tratto da Lonely Planet Colombia (ed. italiana - marzo 2003)

Minerva Valletta, factotum dell'ass. Agustin Codazzi

Una mia conoscente, una psicologa colombiana, mi aveva parlato della burundanga nel 2006 (a Caracas). La psicologa in questione era la fidanzata di un conoscente, Carlo Fermi, un milanese laureato alla Bocconi che lavorava a contratto presso l'ambasciata italiana a Caracas. Secondo la fidanzata colombiana di Carlo Fermi, l'utilizzo di questa sostanza era in aumento esponenziale: come terapeuta, si trovava ad affrontare diversi casi di persone che ne erano state vittime, specialmente in merito agli stupri. Mi disse, tra l'altro, che la burundanga non lascia tracce e spesso veniva utilizzata soffiandola verso la vittima.
Di questo utilizzo della burundanga, somministrata per inalazione, ho avuto conferma nel 2008 da persone del luogo, quando sono ritornato a Caracas. 
Le zone in cui questa sostanza viene utilizzata più spesso, sono soprattutto i centri telefonici con cabine.
Gianluca Salvati

p.s.  neanche un accenno a questa sostanza nell'attuale edizione italiana della guida Lonely Planet Venezuela; si parla degli inconvenienti molto generici e comuni alle grandi città: il traffico, lo smog, questi si che sono pericoli da evitare !! 

gianluca salvati

gianluca salvati
Gianluca Salvati - Lotta di cani

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