Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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giovedì 29 ottobre 2015

Piero Golia all'Accademia di Belle Arti di Napoli | Le istituzioni umanistico-rinascimentali e la cultura italiana

Accademia: istituzione umanistico-rinascimentale italiana, poi diffusasi in tutta Europa e giunta fino a noi: le accademie furono libere associazioni di dotti (scienziati, artisti, letterati) nate con l'intento di promuovere la cultura e di garantire la comunicazione fra intellettuali. Spesso protette da regnanti e mecenati, esse si dotarono nel corso del Cinquecento, di precisi statuti e di finalità specifiche (teatrali, editoriali, filosofiche, scientifiche, ecc.). Fra le più famose ricordiamo l'Accademia platonica di Firenze, riunita attorno alla personalità di Marsilio Ficino, l'Accademia della Crusca (fondata nel 1583), che a partire dalla fine del Cinquecento esercitò una funzione puristica in ambito linguistico; l'Accademia dei Lincei (1603) e l'Accademia del Cimento (1657-67), nate con finalità scientifiche; l'Accademia d'Arcadia, che dominò il gusto letterario del primo Settecento. Il modello italiano ispirò in Europa altre grandi istituzioni nazionali come l'Académie Francaise, la Royal Society, l'Accademia prussiana delle scienze.
In campo artistico, la prima accademia venne creata nel 1562 a Firenze. Ne fu promotore Giorgio Vasari, che ottenne dal duca Cosimo I il permesso di destinare un luogo al dibattito teorico e all'apprendimento artistico, cui venne dato il nome di Accademia del Disegno.
Nell'intento di Vasari l'Accademia aveva lo scopo di raccogliere le esperienze artistiche disseminate e produrre un'attività pratica e teorica capace di dare nuovo impulso e soprattutto un crescente prestigio alla produzione delle arti. Nelle intenzioni di Cosimo I, invece, l'Accademia aveva lo scopo di esercitare un controllo sull'attività artistica, legandola saldamente agli interessi della dinastia medicea. All'inizio, dunque, l'accademia nacque sulla base di una coincidenza di interessi tra artisti, desiderosi di avere uno spazio di elaborazione culturale, e potere politico, interessato a dare a tale elaborazione una precisa funzione di sostegno al proprio operato e ad evitare ogni eventuale gesto di autonomia o di ribellione da parte degli artisti. Questi interessi, però, col tempo si rivelarono contraddittori, e nelle numerose accademie che si formarono sul modello fiorentino finì col prevalere l'aspetto burocratico-amministrativo ed istituzionale.
Questa evoluzione contribuì a svuotare le accademie del loro iniziale slancio creativo e a trasformarle in corporazione, allineate al gusto ufficiale ed alla politica culturale delle classi dominanti. Ed infatti il termine "accademico" nel XIX secolo finì per assumere un significato deteriore, riferito ai caratteri conformisti e subalterni della produzione artistica.
Un discorso a parte va fatto per la accademie private, fiorite nel XVI secolo sul modello dell'esperienza fiorentina, ma caratterizzate da una maggiore autonomia nei confronti del potere politico. Tra queste, la più famosa fu quella bolognese degli Incamminati, fondata dai Caracci alla fine del Cinquecento.
Scrittori e opere, Marchese/Grillini – ed. La Nuova Italia

Piero Golia all'Accademia di Belle Arti di Napoli - 1997
 

venerdì 3 ottobre 2014

I disegni dei maestri - Il primo cinquecento toscano

Scopo primario era, naturalmente, quello di impratichire la mano e l'occhio dell'esecutore stesso e di predisporgli spunti e studi per i dipinti: a questi due fini essenziali, certo, i singoli artisti rispondevano in modi diversi e davano sfumature diverse di interpretazione sia dei modelli, quasi sempre tratti dal vero, sia delle composizioni, sia dei particolari. Cosicché ciascuno insisteva a suo genio più sullo studio del nudo, come Michelangelo, o più su quello del panneggio e sul paesaggio, come Frà Bartolomeo, oppure sulla figura umana in armonioso rapporto con le altre e con lo spazio, come Raffaello; mentre per alcuni il disegno verrà solo in vista delle opere pittoriche, come per Andrea del Sarto, per altri esso sarà invece principale, se non unico, mezzo di indagine sul vero, come fu per Leonardo e come era stato, con maggiore monotonia di temi, per Filippino Lippi.

Angelo annunciante - Fra Bartolomeo

Le occasioni per disegnare erano molteplici: dall'esercitazione puramente scolastica alla ricerca di una particolare figura, già pensata per una precisa composizione pittorica, dalla prova di un movimento o di un taglio compositivo, sempre in vista di un'opera maggiore, allo schizzo di fantasia e quasi di divertito riposo; dall'abbozzo o modello da presentare al committente, al cartone vero e proprio da meticolosamente rifinire per tradurlo in pittura; dall'accostamento ora timido, ora amoroso, ora aggressivo, al modello naturale già predisposto per una qualche composizione, all'appunto rapido da una scena di vita o da un paesaggio, spesso sollecitato dall'occasione immediata e mai più ripetibile. Il disegno poteva anche essere un utile pro-memoria di elementi naturali o figurativi da sfruttare in seguito, quasi una riproduzione fotografica tutta personale, di cui sono singolare esempio i vari taccuini, come quelli architettonico-scenografici del Peruzzi o quelli paesistici di Frà Bartolomeo e del Bachiacca.
I disegni dei maestri - Il primo cinquecento toscano

Angelo annunciante, disegno a sanguigna - Andrea Del Sarto

gianluca salvati

gianluca salvati
Gianluca Salvati - Lotta di cani

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