Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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venerdì 18 marzo 2016

Illegalità nella Pubblica Amministrazione

Nell'estate del 2008, prima di partire per Caracas, tornai a Napoli per sbrigare un paio di faccende. Dovevo recuperare dei documenti e parlare con Franco Chirico.

Tra i documenti da portare c'erano i due attestati conseguiti all'estero, dato che il punteggio di quel periodo di insegnamento non mi era stato ancora riconosciuto. Inoltre presi la mia radiografia panoramica dei denti. Per non dimenticare nessuno di questi documenti, ebbi l'accortezza di metterli via quasi subito: furono le prime cose che sistemai in borsa.

Quando giunsi a Como, il 14 agosto, lasciai queste carte nelle loro buste sulla libreria dove rimasero del tempo. Quanto tempo siano rimaste lì, non mi è dato saperlo. Credo pochi giorni, forse una decina. Infatti, nel gennaio del 2009 e solo allora, ho scoperto che alcuni di quei documenti, la radiografia e l'attestato di lavoro rilasciato dal Consolato generale di Caracas e firmato dalla Greco (Anna Grazia, la fuorilegge ndr), non c'erano più.



Il 18 agosto partivo per Caracas, rientrando a Como solo il 24 settembre. E dato che mi aspettavano altre novità, non ebbi tempo, né voglia di mettere mano a quelle carte.

In sostanza mi trovai misteriosamente escluso dalle graduatorie, e dunque senza lavoro, di punto in bianco, e senza un perché.

A scuola non ne sapevano niente, o almeno questa era la loro versione.

Al Provveditorato di Como, la solerte impiegata mi disse che neanche lei ne sapeva niente, ovvero che il motivo della mia esclusione dalla graduatoria era dovuto all'aggiornamento manuale fatto dai colleghi inseriti con riserva. La zelante dipendente della Pubblica Amministrazione mi disse che era "...successo anche ad altri...", e la colpa era dovuta ad un errore "del computer..."  E come si agitava per convincermi...

La sede del provveditorato di Como


Ora, non sono proprio uno sprovveduto. Ho lavorato per circa un anno a fianco di ingegneri ed informatici e una certa idea di come funzioni un archivio me la sono fatta. Inoltre ho vissuto e lavorato all'estero per più di tre anni, anche lì senza grandi sforzi una certa esperienza l'ho maturata. Eppure, una cazzata più grossa di quella sparata quel giorno dalla irreprensibile impiegata del Provveditorato di Como, non l'ho mai sentita. Né a Napoli, né altrove nel mondo.

Una cosa proprio fuori da ogni umana immaginazione.

Eppure, ho voluto verificare lo stesso, sono una persona ragionevole e che sa ascoltare. Ebbene quello che ne è venuto fuori è che un fatto simile, l'esclusione dalle graduatorie, poteva essere solamente DOLOSO. 
Dunque l'impiegata modello, quel fulgido esempio di trasparenza, stava parando il culo a qualche figlio di puttana (curnùt e impotente) che si era preso la briga di andarmi a cancellare dalla graduatoria.



Dunque mi trovavo senza lavoro: una situazione davvero spiacevole, specie quando avviene con queste modalità così, come dire, truffaldine. In totale spregio delle più elementari norme.

Come se non bastasse ero anche senza copertura della disoccupazione. Infatti, benché fossi andato regolarmente a presentare domanda nei tempi presso la sede Inps di Como, l'impiegata cui feci richiesta, una donna corpulenta e bionda di mezza età, mi rispose che non mi spettava: non avevo maturato i due anni dal primo stipendio. E invece, l'anno successivo vengo a sapere che ne avevo diritto già da almeno 5 anni! Infatti i miei primi contributi risalgono al 2002.

La sede dell'Inps di Como
 
Non lavoravo, non avevo sussidi e dovevo pagare l'affitto. 

In un certo senso si era avverata la previsione di quel venditore ambulante di calzini alla stazione di Napoli il 24 settembre 2008. 
Il tipo era salito salito sul treno per propormi la sua merce. Gli avevo risposto che non avevo soldi e lui aveva detto che glieli avrei pagati entro 15 giorni, quando sarei ritornato... Ha continuato ad insistere su questo tono finché non ho alzato le braccia, come a dire che mi aveva rotto i cosiddetti... a quel gesto il bellimbusto, nonostante i tatuaggi e il look da pregiudicato, non è rimasto un attimo più sul treno scomparendo letteralmente alla mia vista. 
Come tutti gli spacconi, al momento della verità si era dimostrato un coniglio...

A ripensarci quel frocetto era troppo tirato e palestrato per essere un semplice ambulante di calzini. E allora chi era quel ricchioncello
Uno sbirro in borghese in vena di spiritosaggini? Un finanziere in incognito al soldo delle 'ndrine? Non mi raccapezzo mai abbastanza dell'elevato livello di corruzione raggiunto in Italia: i rappresentanti istituzionali non ne sono affatto immuni...

Con quel poco invidiabile bagaglio, sono ritornato a Napoli a sbrigare il ricorso per quei disonesti contapalle del Provveditorato di Como.

Di lì ho ripreso a lavorare a metà dicembre. Poi ci sono state le vacanze di natale ed eccomi, la prima settimana del gennaio 2009, a rimettere le mani su quei documenti.

Ero ancora a Napoli il 19 settembre quando mio fratello aveva provato a chiamarmi dalla Spagna, dove viveva, sul cellulare.

Il mio cellulare squillava, ma io l'avevo lasciato a Como più di un mese prima, alla partenza per Caracas. Quando tornai, trovando tutto apparentemente in ordine non ci diedi importanza. Poi,  resomi conto che mancavano i documenti mi ricordai... 
Anche se, nel complesso, mi sembra poco sensato che i documenti siano spariti in quella data, quando cioè ero già in Italia e relativamente al sicuro. Penso in particolare alla radiografia, che senso aveva farla sparire il 19 settembre? Ero rientrato da Caracas da più di 15 giorni, dove effettivamente qualche rischio lo avevo corso.

In effetti tutto quello che potevano fare quei miserabli merdaioli della cricca di Anna Grazia Greco, l'hanno fatto. E anche a Caracas hanno fallito definitivamente. Il massimo che sono riusciti a ottenere è farmi un megapompino...

Nel complesso mi ritengo abbastanza soddisfatto del trattamento, ma confido che col tempo costoro possano ancora migliorare la tecnica... 

mercoledì 3 febbraio 2016

Il volo Alitalia e la dipendente di Anna Grazia Greco

Il 18 agosto 2008 mi imbarcai sul volo Alitalia (AZ 0686) destinazione Caracas. Il mio vicino di poltrona era un ragazzo che andava a lavorare in una zona sperduta del Venezuela, El Tigre. 
Il tipo aveva detto di chiamarsi Alessandro e lavorava per l'Eni. 
Il fatto strano è che di ritorno dall'Italia, aveva già un barbone di un paio di mesi, come chi provenga da un posto dimenticato da Dio... 
Molto casualmente, invece, seduta sulla poltrona davanti alla mia, c'era una signora siciliana di mezza età che lavorava al Codazzi. Proprio così: costei era alle direttte dipendenze della Greco, Anna Grazia Greco: dirigente emerita del Codazzi, fuorilegge per vocazione.

Questa insegnante dal passaporto diplomatico, partiva con quasi 2 settimane di anticipo dall'inizio della scuola: una vera stakanovista... Anche se alcune indiscrezioni raccolte a Caracas, affermavano che quest'insegnante non avesse i titoli per insegnare al Codazzi... 
In realtà quella befana era destinata all'università di Merida in qualità di lettrice.

Anna Grazia Greco

martedì 25 settembre 2012

Consorterie: Lucia Veronesi e la camarilla del Codazzi - Escuela Agustin Codazzi, Caracas

Nel maggio del 2005, non pensavo che sarei più tornato a lavorare a Caracas, principalmente per la concezione "arcaica" del lavoro espressa dai superiori, dalla dirigente Anna Grazia Greco ai gregari della Giunta direttiva del Codazzi
Nei loro modi di fare era implicita una completa mancanza di fiducia, per quanto non fosse facile comprenderne i motivi. Ovviamente la disistima era reciproca, quegli inetti erano capaci solo di creare dissidi e caos. Inoltre, la mancanza di chiarezza da parte di quella gente era diventato un cliché, altro che trasparenza nella Pubblica Amministrazione, sembravano la congrega dei frati neri e, a dirla tutta, ne sono successe di cose strane in quella scuola e non soltanto a me.
Premesso ciò, fu una vera sorpresa sentirsi dire dalla preside Lucia Veronesi, di presentare domanda per insegnare l'anno successivo, perché "i genitori sono contenti del lavoro che ha fatto"
Anche in quella istituzione educativa, c'era tanta gente a posto. Era il 16 maggio del 2005.


Consorterie | Lucia Veronesi e la camarilla del Codazzi

Consorterie | Lucia Veronesi e la cricca del Codazzi

gianluca salvati

gianluca salvati
Gianluca Salvati - Lotta di cani

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