Nei primi anni novanta, in pieno rinascimento napoletano, presero piede alcune iniziative mirate a valorizzare il patrimonio storico-artistico di Napoli. La manifestazione più nota è "Maggio dei monumenti": periodo nel quale si dava la possibilità di visionare opere artistiche o visitare siti storici, non accessibili durante l'anno.
Un'altra iniziativa degna di lode, invece, riguardava gli atelier di pittori, scultori, ceramisti, ecc. che operavano nel napoletano. Durante un fine settimana si poteva accedere agli studi di quegli artisti.
Fu in una di queste occasioni che conobbi Carmine Di Ruggiero.
Carmine Di Ruggiero è un pittore assai interessante: materico e solare. Dei pittori napoletani è decisamente il mio preferito. Il maestro aveva lo studio in una antica villa nei pressi della bosco di Capodimonte, villa Faggella. L'ingegner Faggella, proprietario dell'immobile, fittava gli spazi della villa unicamente agli artisti.
Già nel 1992 avevo visitato, con alcuni colleghi di corso, lo studio del professor Giuseppe Pirozzi a villa Faggella. Giuseppe Pirozzi, scultore, insegnava disegno al corso di Nudo dell'accademia di belle arti durante il mio primo anno di frequenza.
Durante un fine settimana dei primi mesi del 1995, tra febbraio e marzo, ci fu la seconda edizione di Atelier aperti. Tra gli artisti che avevano aderito all'iniziativa figurava anche Carmine Di Ruggiero. Non potevo chiedere di meglio. Epperò c'era un problema: quel fine settimana ero influenzato e stavo decisamente male. Non era il caso di muoversi, tra l'altro soffiava un vento freddo che era tutto un programma...
Il sabato me ne restai a casa a recuperare, ma anche il giorno dopo ero assai conciato: stavo in piedi per scommessa.
Un'altra iniziativa degna di lode, invece, riguardava gli atelier di pittori, scultori, ceramisti, ecc. che operavano nel napoletano. Durante un fine settimana si poteva accedere agli studi di quegli artisti.
Fu in una di queste occasioni che conobbi Carmine Di Ruggiero.
Carmine Di Ruggiero è un pittore assai interessante: materico e solare. Dei pittori napoletani è decisamente il mio preferito. Il maestro aveva lo studio in una antica villa nei pressi della bosco di Capodimonte, villa Faggella. L'ingegner Faggella, proprietario dell'immobile, fittava gli spazi della villa unicamente agli artisti.
Già nel 1992 avevo visitato, con alcuni colleghi di corso, lo studio del professor Giuseppe Pirozzi a villa Faggella. Giuseppe Pirozzi, scultore, insegnava disegno al corso di Nudo dell'accademia di belle arti durante il mio primo anno di frequenza.
Durante un fine settimana dei primi mesi del 1995, tra febbraio e marzo, ci fu la seconda edizione di Atelier aperti. Tra gli artisti che avevano aderito all'iniziativa figurava anche Carmine Di Ruggiero. Non potevo chiedere di meglio. Epperò c'era un problema: quel fine settimana ero influenzato e stavo decisamente male. Non era il caso di muoversi, tra l'altro soffiava un vento freddo che era tutto un programma...
Il sabato me ne restai a casa a recuperare, ma anche il giorno dopo ero assai conciato: stavo in piedi per scommessa.
Mi feci un paio di calcoli, soppesai i pro e i contro, risultato: quando mi sarebbe ricapitato? Dunque mi preparai e andai a sfidare il vento siberiano.
Mi incamminai a piedi perché non era il caso di mettersi a guidare in quelle condizioni.
Anche se non era molto distante da casa mia il percorso sembrava interminabile. Per questo motivo più che una visita d'istruzione mi parve di compiere un pellegrinaggio.
Giunto a destinazione, vidi che c'erano anche altri studi aperti, come quello di De Tora al pian terreno. Visitai quelle ampie sale dove si esponevano pittura astratte peraltro piuttosto ripetitive. Quando salii dal maestro, avrei dovuto pensarci, non gli feci una buona impressione. Mi domandò se gli altri artisti avevano aperto gli studi. Gli risposi di si, li avevo appena visitati. Mi disse che voleva approfittare dell'occasione per darci un'occhiata. L'accompagnai a visitare gli altri studi. Lì, il maestro si fermò a parlare con De Tora e Dalisi.
Tempo dopo, finalmente, andammo a visitare il suo studio e ad ammirare i suoi lavori. Confermavo il giudizio che avevo sulla sua produzione, anzi visti dal vero quei lavori erano ancora più vividi e solari. Mi lasciavano senza parole. In quei quadri il maestro catturava la luce di giornate ventose e limpide come quella domenica sulla collina di Capodimonte.
Durante la conversazione con gli altri due, operatori estetici, Di Ruggiero mi disse che, se volevo, potevo intervenire nella conversazione. Gli risposi che preferivo ascoltare.
Mi incamminai a piedi perché non era il caso di mettersi a guidare in quelle condizioni.
Anche se non era molto distante da casa mia il percorso sembrava interminabile. Per questo motivo più che una visita d'istruzione mi parve di compiere un pellegrinaggio.
Giunto a destinazione, vidi che c'erano anche altri studi aperti, come quello di De Tora al pian terreno. Visitai quelle ampie sale dove si esponevano pittura astratte peraltro piuttosto ripetitive. Quando salii dal maestro, avrei dovuto pensarci, non gli feci una buona impressione. Mi domandò se gli altri artisti avevano aperto gli studi. Gli risposi di si, li avevo appena visitati. Mi disse che voleva approfittare dell'occasione per darci un'occhiata. L'accompagnai a visitare gli altri studi. Lì, il maestro si fermò a parlare con De Tora e Dalisi.
Tempo dopo, finalmente, andammo a visitare il suo studio e ad ammirare i suoi lavori. Confermavo il giudizio che avevo sulla sua produzione, anzi visti dal vero quei lavori erano ancora più vividi e solari. Mi lasciavano senza parole. In quei quadri il maestro catturava la luce di giornate ventose e limpide come quella domenica sulla collina di Capodimonte.
Durante la conversazione con gli altri due, operatori estetici, Di Ruggiero mi disse che, se volevo, potevo intervenire nella conversazione. Gli risposi che preferivo ascoltare.
Il maestro fu soddisfatto dalla risposta. Ad un certo momento i due ospiti si congedarono e Di Ruggiero mi fece qualche domanda. Gli dissi che ero iscritto al corso di Nudo dell'accademia. "Ah, con Gerardo...", disse.
Mi chiese se ero tra i partecipanti al premio della libreria Guida. Risposi affermativemente. "Sei tu che hai fatto quella specie di scimmia, quel cane..?". Ridendo gli dissi che ero io l'autore del cane. Il maestro si fece serio e sentenziò: "Bello!".
Mi chiese se ero tra i partecipanti al premio della libreria Guida. Risposi affermativemente. "Sei tu che hai fatto quella specie di scimmia, quel cane..?". Ridendo gli dissi che ero io l'autore del cane. Il maestro si fece serio e sentenziò: "Bello!".
Fox, tempera su cartone - Gianluca Salvati 1994 |
Quando lo salutai, il maestro mi disse di andarlo a trovare in accademia (ci poteva contare).
Il ritorno a casa fu decisamente più lieve dell'andata.