La prima
volta che la ragazza di Piero Armenti venne a casa mia, mi fece fuori tutti gli
alcolici. Non che avessi grandi scorte, un liquorino e una bottiglia di vino,
ma quel poco lo fece fuori in un attimo. Una vera spugna. Mi ricordo a
malincuore della bottiglietta di liquore comprata in Messico, prodotto locale
estratto dalla stessa pianta della tequila. Aveva all'interno un baco che
galleggiava ed un sapore molto particolare. Ne prendevo un goccetto ogni tanto
dato che quel liquore era abbastanza forte, di quel passo mi sarebbe durato un
secolo. E invece venne la tipa e addio liquorino...
A un
certo punto della serata mi chiese se avevo dell'alcol per medicazioni. Ebbene,
si fece fuori anche quello. A differenza dell'Italia, infatti, l'alcol per uso
sanitario in Venezuela non era denaturato, cosicché, in caso di
emergenza, si poteva anche bere...
Sapevo
che quei fighetti del Codazzi facevano allegro consumo di coacina: anche in Venezuela è la droga dei ricchi. O
aspiranti tali...
Il
Venezuela, per ovvi motivi geopolitici, è un crocevia del traffico di cocaina.
Non a caso, il noto faccendiere della 'ndrangheta, già eccellenza DC Aldo
Micciché, viveva proprio a Caracas, a Plaza Altamira.
Ma la
tipa non era interessata alle droghe, aveva citato solo per scherzo la
marjuana, la sua religione era l'alcol. Mi spiegò il codice di condivisione
della cana (gli alcolici) fra hermanitos. Una lista degna di un manuale
di consegne militari: per essere degli sballati, quegli hermanitos erano
alquanto normativi.
Nonostante
le notevoli dosi etiliche, la ragazza di Piero Armenti restava lucida e non si
produceva in quelle strane performance come quando beveva con los hermanitos.
Allora non ci facevo tanto caso, ma oggi sono piuttosto convinto che con los
hermanitos e con quelle troiette delle sue amiche i drink della tipa
divenivano diversamente alcolici.
La ragazza di Piero Armenti |