Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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giovedì 20 ottobre 2016

Controllo e regime - La mostra di Moore

Pochi giorni prima del ricovero ospedaliero dell’ottobre 1995, ero andato al Maschio Angioino a vedere la mostra di Moore (scultore inglese). Ero assieme ad un collega del corso di Nudo, ed avevo con me la reflex per scattare un po’ di foto.
Il Maschio Angioino è decisamente un bel castello, assai suggestivo, con le sue pietre grigio scuro, il fossato e tutto il resto. Cominciai a scattare foto già all’esterno.
Alcune foto erano frontali, al collega, con il muro del castello sullo sfondo. Altre invece, per evidenziarne l’architettura erano in prospettiva, quindi comprendevano il marciapiede, la strada, etc.
Ora, dopo l’odissea del rocambolesco ricovero, circa un mese dopo, feci sviluppare il rollino e stampare le foto. Quando le ritirai, non mi accorsi che mancavano alcuni scatti, ovvero quasi tutte quelle scattate sull’esterno del castello il giorno della visita alla mostra di Moore.
Me ne sono accorto solo dopo più di 15 anni, scoprendo che mancavano oltre alle foto, anche i negativi delle stesse. E, dato che la pellicola del negativo è sempre numerata, la cosa risulta assai evidente.
Che sarà successo?
1. Prima ipotesi.
Qualcuno, essendo casualmente era alle nostre calcagna, è casualmente comparso in quelle foto.
E sempre casualmente, venuto a conoscenza del rocambolesco ricovero e delle sue imprevedibili conclusioni, e deve aver fatto carte false per scomparire da quei documenti lì.
Ora, in questo paese ho sentito parlare spesso di “poteri occulti”, che è l’escamotage preferito dai media per non dover dire la parola “regime”. Di fatto quell’espressione è una presa per i fondelli, oltre che un’offesa all’intelligenza. O forse c’è qualcuno in giro in grado di rendersi invisibile?
Ritornando al mio materiale, chi ci ha messo le mani non si è reso affatto invisibile, al contrario. Ha lasciato una gran bella traccia...
Ricapitolando: la persona o le persone che il giorno di ottobre, il 20 del 1995, verso le 5 del pomeriggio, si trovava nei pressi del Maschio Angioino alle mie calcagna mentre scattavo foto, non ha la coscienza completamente a posto...

Il collega fotografato davanti al Maschio Angioino


martedì 18 ottobre 2016

Silvestro Carusone e il gruppo degli anarchici


Questo scritto indaga la vita dell’illustre pittore, già maresciallo dell’Aeronautica Militare, Silvestro Carusone. Il Carusone, proviene da un paese di Terra di Lavoro (Ce), ovvero lo stesso pueblo della signora Maria, spettabile moglie di Franco Chirico.
Dopo aver militato all’aeroporto militare di Grazzanise, il Carusone ha deciso di dedicare la sua intera esistenza all’arte pittorica figurativa. Figuratevi che dal 1994 al 1999 il pittore si reca regolarmente all’accademia di Belle Arti di Napoli per seguire i corsi di disegno con la modella, Lory. L’accademia di Belle Arti di Napoli dista da casa sua una cinquantina di chilometri. Cosicché ogni qual volta il Carusone Silvestro abbia voglia di disegnare la modella Lory, macina un centinaio di chilometri. Se non è spirito di dedizione questo?
Che forse nel casertano l’arte non va di moda?
Da quelle parti non esistono studi di pittori e corsi di disegno?
Può darsi, intanto è vero che quella provincia ha una vocazione particolarmente fascistoide: ci sono più caserme che esseri umani...
Detto ciò, bisogna pur ricordare che in quel periodo, cioè dal ‘94, il corso frequentato dal Carusone viene definito da qualcuno il “gruppo degli anarchici”...
Un personaggio che insiste particolarmente su questa definizione, oggi si beccherebbe come minimo una denuncia, è il professore di pittura dell’Accademia, Luigi Pierno, su cui torneremo con calma...
Per quanto riguarda l’aspetto stilistico, il Carusone, riesce a metter su, con disegno lento e ponderato, le linee principali della fisionomia di Lory. Ma il migliore apporto il pittore lo esprime nella coloritura. Quando lo cogli con il pennello in mano, ti accorgi che il suo sguardo diviene meno ponderato e smaccatamente pratico. Le sue campiture, per lo più a base di colori terrosi,  ricoprono progressivamente la figura a partire dai margini... Dopo un po’ non capisci se hai a che fare con dei nudi o delle larve...
Questo stile rientra a pieno titolo nelle innumerevoli tecniche dell’Insabbiamento Aulico, appreso dal Carusone in anni e anni di dura disciplina.
Ma vediamo come il Maestro Silvestro definisce la propria arte.

“ Il suo stile NAIF accompagnato dagli studi pratici sulla modella “Lory” fatti nell’accademia di belle arti di Napoli, gli permettono di dipingere nelle sue tele soggetti di grande forza espressiva ,sia nelle forme che nel colore. Nelle  sue esperienze nel campo dell’estemporanee e l’amore per i grandi spazi lo portano a girare l’Italia ed a immortalare nelle sue tele luoghi di grande fascino...

Un disegno di Silvestro Carusone, tecnica  dell'Insabbiamento Aulico


sabato 12 marzo 2016

Piero Golia e il corso del Libero Nudo all'Accademia di Belle Arti di Napoli

Dal momento che Piero Golia non ha mai fatto menzione del suo periodo di apprendistato all'Accademia di Belle Arti di Napoli (1995-1997), comincio a domandarmi perché il Nostro abbia rimosso un'esperienza così ricca ed esclusiva. Specialmente considerando l'assiduità della sua presenza con il gruppo degli anarchici. Trattandosi di un evidente caso di rimozione, vediamo se può essere di aiuto la psicoanalisi...

Rimozione: termine della psicanalisi che indica l'"espulsione ed esclusione dalla coscienza" di pensieri, immagini, ricordi, sentiti come pericolosi dall'Io, che perciò se ne difende relegandoli nell'inconscio. La rimozione è il principale meccanismo inconscio di difesa dell'Io. Così Freud la descrive "L'Io percepisce una richiesta istintuale proveniente dall'Es alla quale vorrebbe resistere poiché sospetta che il suo appagamento potrebbe essergli pericoloso, in quanto capace di provocare una situazione traumatica, una collisione con il mondo esterno a cui non saprebbe tener testa dal momento che gliene mancano ancora le forze. L'Io si comporta quindi con il pericolo derivante dall'istinto come se si trattasse d'un pericolo esterno: intraprendendo un tentativo di fuga, ritirandosi da questa porzione dell'Es e abbandonandola al proprio destino dopo averle negato tutto l'aiuto che solitamente fornisce ai moti istintuali [...] Con l'aiuto della rimozione l'Io segue il principio del piacere, che altrimenti è solito correggere, ma ne deve subire le conseguenze; queste consistono nel fatto che l'Io vede ormai definitivamente ridotta la propria sfera d'influenza. Il moto istintuale rimosso sarà d'ora in avanti isolato, abbandonato a se stesso, inaccessibile, ma anche non influenzabile. Esso procederà per la propria strada".
Scrittori e opere, Marchese/Grillini – ed. La Nuova Italia

Lory, corso del Libero Nudo frequentato da Piero Golia

sabato 21 febbraio 2015

Carmine Di Ruggiero e Giuseppe Pirozzi | Villa Faggella a Capodimonte

Nei primi anni novanta, in pieno rinascimento napoletano, presero piede alcune iniziative mirate a valorizzare il patrimonio storico-artistico di Napoli. La manifestazione più nota è "Maggio dei monumenti": periodo nel quale si dava la possibilità di visionare opere artistiche o visitare siti storici, non accessibili durante l'anno.
Un'altra iniziativa degna di lode, invece, riguardava gli atelier di pittori, scultori, ceramisti, ecc. che operavano nel napoletano. Durante un fine settimana si poteva accedere agli studi di quegli artisti.
Fu in una di queste occasioni che conobbi Carmine Di Ruggiero.
Carmine Di Ruggiero è un pittore assai interessante: materico e solare. Dei pittori napoletani è decisamente il mio preferito. Il maestro aveva lo studio in una antica villa nei pressi della bosco di Capodimonte, villa Faggella. L'ingegner Faggella, proprietario dell'immobile, fittava gli spazi della villa unicamente agli artisti.
Già nel 1992 avevo visitato, con alcuni colleghi di corso, lo studio del professor Giuseppe Pirozzi a villa Faggella. Giuseppe Pirozzi, scultore, insegnava disegno al corso di Nudo dell'accademia di belle arti durante il mio primo anno di frequenza.

Durante un fine settimana dei primi mesi del 1995, tra febbraio e marzo, ci fu la seconda edizione di Atelier aperti. Tra gli artisti che avevano aderito all'iniziativa figurava anche Carmine Di Ruggiero. Non potevo chiedere di meglio. Epperò c'era un problema: quel fine settimana ero influenzato e stavo decisamente male. Non era il caso di muoversi, tra l'altro soffiava un vento freddo che era tutto un programma...
Il sabato me ne restai a casa a recuperare, ma anche il giorno dopo ero assai conciato: stavo in piedi per scommessa. 
Mi feci un paio di calcoli, soppesai i pro e i contro, risultato: quando mi sarebbe ricapitato? Dunque mi preparai e andai a sfidare il vento siberiano.
Mi incamminai a piedi perché non era il caso di mettersi a guidare in quelle condizioni. 

Anche se non era molto distante da casa mia il percorso sembrava interminabile. Per questo motivo più che una visita d'istruzione mi parve di compiere un pellegrinaggio.
Giunto a destinazione, vidi che c'erano anche altri studi aperti, come quello di De Tora al pian terreno. Visitai quelle ampie sale dove si esponevano pittura astratte peraltro piuttosto ripetitive. Quando salii dal maestro, avrei dovuto pensarci, non gli feci una buona impressione. Mi domandò se gli altri artisti avevano aperto gli studi. Gli risposi di si, li avevo appena visitati. Mi disse che voleva approfittare dell'occasione per darci un'occhiata. L'accompagnai a visitare gli altri studi. Lì, il maestro si fermò a parlare con De Tora e Dalisi.
Tempo dopo, finalmente, andammo a visitare il suo studio e ad ammirare i suoi lavori. Confermavo il giudizio che avevo sulla sua produzione, anzi visti dal vero quei lavori erano ancora più vividi e solari. Mi lasciavano senza parole. In quei quadri il maestro catturava la luce di giornate ventose e limpide come quella domenica sulla collina di Capodimonte.
Durante la conversazione con gli altri due, operatori estetici, Di Ruggiero mi disse che, se volevo, potevo intervenire nella conversazione. Gli risposi che preferivo ascoltare. 
Il maestro fu soddisfatto dalla risposta. Ad un certo momento i due ospiti si congedarono e Di Ruggiero mi fece qualche domanda. Gli dissi che ero iscritto al corso di Nudo dell'accademia. "Ah, con Gerardo...", disse.
Mi chiese se ero tra i partecipanti al premio della libreria Guida. Risposi affermativemente. "Sei tu che hai fatto quella specie di scimmia, quel cane..?". Ridendo gli dissi che ero io l'autore del cane. Il maestro si fece serio e sentenziò: "Bello!".


Fox, tempera su cartone - Gianluca Salvati 1994

Il premio non era ancora concluso, c'era stata una prima selezione verso novembre, ed io e i miei colleghi l'avevamo superata. Sapevo che il quadro principale funzionava, ma sentirlo dire da uno della giuria, un vero e proprio talento, faceva tutt'altro effetto.
Quando lo salutai, il maestro mi disse di andarlo a trovare in accademia (ci poteva contare).
Il ritorno a casa fu decisamente più lieve dell'andata.

domenica 30 giugno 2013

Storia di un quadro | Saggio di pittura anarchica: "Theresè", acrilici su tavola (Piero Golia c'era...)

Dopo aver sperimentato le tavole dell'accademia come supporto alle mie opere, nel lavoro a pastelli, "Bianca", presi a lavorare con la pittura. Il primo dipinto su tavola lo dedicai ad una compagna di corso, molto brava e divertente, con cui mi confrontavo spesso. Questo lavoro, infatti, lo realizzai tra una battuta e l'altra, dato che Teresa era presente quel giorno: mi ero talmente divertito che in seguito non avrei scommesso sul risultato. 
E invece, mostrandolo in giro, il quadro Theresé ha suscitato spesso pareri favorevoli.
Si era nel 1996, dunque era il primo anno che Piero Golia frequentava il corso di nudo, anche se in quel periodo aveva ragionevolmente smesso di disegnare la modella e per lo più e ne andava in giro a parlare con qualcuno e a guardarsi intorno. 
Per questo motivo il quadro Theresé, rientra nella serie: "Piero Golia c'era".  

Theresé - Piero Golia c'era - acrilici su tavola 1996 - Gianluca Salvati

venerdì 18 gennaio 2013

Il viaggio a New York di Piero Golia: corso accellerato di aggiornamento sull'arte yankee a stelle e strisce

Nei primi mesi del 1997, Piero Golia si recò a New York per un viaggio di acculturazione sull'arte a stelle e strisce. Quando ritornò in Accademia, disse che aveva visto un quadro simile al mio Sassofonista in una galleria di New York. Mosso da curiosità per la coincidenza, Piero Golia aveva chiesto il prezzo del quadro, perché, aggiunse, "in America anche chi veste come uno straccione, può essere un ricco in incognito..."

Ebbene, Piero Golia disse che quel quadro così simile al mio Sassofonista costava $10.000. Diecimila dollari! Però... 

Sassofonista, quadro simile a quello visto da Piero Golia


gianluca salvati

gianluca salvati
Gianluca Salvati - Lotta di cani

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