Uomo che saluta - olio su tela 1996

Uomo che saluta - olio su tela 1996
Esposto nel 1997 (c'era quel coniglio di Piero Golia) - coll. Franco Chirico

Saul Bellow 1997: funzione dell'arte

Io non propongo assolutamente niente. Il mio unico compito è descrivere. I problemi sollevati sono di ordine psicologico, religioso e - pesantemente - politico. Se noi non fossimo un pubblico mediatico governato da politici mediatici, il volume della distrazione forse potrebbe in qualche modo diminuire. Non spetta a scrittori o pittori salvare la civiltà, ed è uno sciocco errore il supporre che essi possano o debbano fare alcunché di diverso da ciò che riesce loro meglio di ogni altra cosa. […] Lo scrittore non può fermare nel cielo il sole della distrazione, né dividere i suoi mari, né colpire la roccia finché ne zampilli acqua. Può però, in determinati casi, interporsi tra i folli distratti e le loro distrazioni, e può farlo spalancando un altro mondo davanti ai loro occhi; perché compito dell’arte è la creazione di un nuovo mondo.
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sabato 26 novembre 2016

La tipa di Piero Armenti e Plaza Venezuela

Plaza Venezuela è la piazza dove comincia, per chi proviene da est, il corso di Sabana Grande.
Questa piazza era il ritrovo principale per la comitiva de los hermanitos nei primi anni del duemila; a quei tempi la loro comitiva era piuttosto grande.

La compagnia de los hermanitos annoverava un po' di gente che si riconosceva sotto la sigla di dark o gotico. con annesso armamentario pseudo culturale, che spaziava dai miti nordici, alla predilezione per il nero nell'abbigliamento fino all'ascolto di musica come l'heavy metal. 
Le loro convinzioni, inoltre, rispondevano ad un'ideologia di tipo razzista.
Un giorno, due estranei provarono a derubare alla comitiva de los hermanitos, o almeno così recitava la versione ufficiale del gruppo. Los hermanitos risposero con una violenza inusitata, addirittura ammazzando uno di essi con una coltellata in un occhio. Va da sé che per il tipo di colpo inferto non ci fossero dubbi sulla volontà di chi lo sferrò. 
Trovai eccessiva quella reazione a fronte di un furto. E azzardata l'ipotesi di un furto in un gruppo così grande e così mal frequentato. Nel complesso, quando appresi questa storia, mi parve esagerata anche per una città che il luogo comune vuole tra le più violente al mondo.
Dopo il fatto, la polizia aprì un'inchiesta, cosicché la comitiva de los hermanitos si mise in sonno, disperdendosi in altri luoghi di Caracas.
Non è mai stato trovato il responsabile di quell'omicidio.



La ragazza di Piero Armenti e alcuni hermanitos

giovedì 24 marzo 2016

La ragazza di Piero Armenti e gli alcolici

La prima volta che la ragazza di Piero Armenti venne a casa mia, mi fece fuori tutti gli alcolici. Non che avessi grandi scorte, un liquorino e una bottiglia di vino, ma quel poco lo fece fuori in un attimo. Una vera spugna. Mi ricordo a malincuore della bottiglietta di liquore comprata in Messico, prodotto locale estratto dalla stessa pianta della tequila. Aveva all'interno un baco che galleggiava ed un sapore molto particolare. Ne prendevo un goccetto ogni tanto dato che quel liquore era abbastanza forte, di quel passo mi sarebbe durato un secolo. E invece venne la tipa e addio liquorino...
A un certo punto della serata mi chiese se avevo dell'alcol per medicazioni. Ebbene, si fece fuori anche quello. A differenza dell'Italia, infatti, l'alcol per uso sanitario in Venezuela non era denaturato, cosicché, in caso di emergenza, si poteva anche bere...
Sapevo che quei fighetti del Codazzi facevano allegro consumo di coacina:  anche in Venezuela è la droga dei ricchi. O aspiranti tali...
Il Venezuela, per ovvi motivi geopolitici, è un crocevia del traffico di cocaina. Non a caso, il noto faccendiere della 'ndrangheta, già eccellenza DC Aldo Micciché, viveva proprio a Caracas, a Plaza Altamira.
Ma la tipa non era interessata alle droghe, aveva citato solo per scherzo la marjuana, la sua religione era l'alcol. Mi spiegò il codice di condivisione della cana (gli alcolici) fra hermanitos. Una lista degna di un manuale di consegne militari: per essere degli sballati, quegli hermanitos erano alquanto normativi.
Nonostante le notevoli dosi etiliche, la ragazza di Piero Armenti restava lucida e non si produceva in quelle strane performance come quando beveva con los hermanitos. Allora non ci facevo tanto caso, ma oggi sono piuttosto convinto che con los hermanitos e con quelle troiette delle sue amiche i drink della tipa divenivano diversamente alcolici.

La ragazza di Piero Armenti


lunedì 21 marzo 2016

La ragazza di Piero Armenti e la casa del duende | Figli di MM

Henri Charriere (Papillon), a Sabana Grande - Caracas

Henri Charriere descrive, nel suo libro Papillon, il popolo venezolano come "affascinante e superstizioso". La tipa di Piero non faceva eccezione, anche lei aveva le sue credenze magiche e superstiziose. Una di queste credenze riguardava uno spirito selvatico, una sorta di elfo, chiamato duende.
Con i suoi "hermanitos" si recava regolarmente in una casa abbandonata sul monte Avila, la casa del duende, restandovi alcuni giorni. Da quello che mi diceva, il suo era un modo per ricaricarsi: è risaputo che il contatto con la natura ha effetti benefici sull'organismo, anche se la gente che frequentava aveva lo sballo come massima aspirazione.
La prima volta che la ragazza di Piero mi parlò della casa del duende, e della necessità di staccare da Caracas, ci stavamo frequentando da poco. Ci saremmo separati per qualche giorno perché per lei quello spazio era importante. Mi aveva anche  tranquillizzato: gli "hermanitos" la rispettavano; ma la situazione nel complesso non mi piaceva. E non per me, ma per lei.
Col tempo ho capito che quei personaggi poco credibili certamente la rispettavano, quando era sobria e cosciente. Ma non c'è dubbio che quelle riunioni in luoghi appartati avessero una finalità puramente manipolatoria nei suoi confronti. Quando la gorda ritornò a Caracas notai che aveva una cicatrice su un gluteo. La mia esperienza mi diceva che quella ferita se l'era procurata cadendo sull'estremità di un ramo. Dal tipo di taglio capivo che la tipa di Piero non aveva i pantaloni quando se l'era procurata. Alla domanda su cosa le fosse accaduto mi rispose che non se lo ricordava.

Non molto tempo dopo, venni a conoscenza del fatto che alcuni "hermanitos" erano figli casuali di militari italiani (della Marina Militare, se ben ricordo), di padri che non avevano mai conosciuto. Altri hermanitos avevano origine europea (Spagna).  In effetti avrei potuto anche arrivarci da solo: costoro esibivano fisionomie piuttosto familiari, il fatto che fossero dei figli di puttana lo avevo già capito, restava solo da stabilire fino a che punto...

gianluca salvati

gianluca salvati
Gianluca Salvati - Lotta di cani

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