Immagino che su quest'aspetto avrebbe dovuto vigilare la dirigente della Pubblica Amministrazione, Anna Grazia Greco.
Cosa che non fece. Cosicché il contratto di lavoro era diventato un miraggio, e sto parlando di un contratto annuale, da precariato tout court.
I colleghi mi dicevano che, l'anno precedente (2003/04), avevano ottenuto il contratto senza problemi. Già, ma c'era un altro dirigente, il professor Bruno Teodori, che conosceva il proprio mestiere e sapeva farsi rispettare da quella gentaglia.
omaggio a Bruno Teodori, una persona onesta |
Inoltre,
mi ripetevano i colleghi: “Vedrai che il contratto ce lo faranno
firmare prima di Natale...” Il contratto non giunse neanche per
quella data (dicembre 2004), in compenso a me, in quel periodo arrivò
l'accidente, un avvelenamento
che mi stava quasi stroncando.
Cedula de identitad, (fasulla), ottenuta dietro corruzione di Pubblico Ufficiale |
Crcs05: all'attenzione di Paolo Scartozzoni, funzionario Mae |
Minerva Valletta, olio su tela 2005 Caracas - Gianluca Salvati |
Quando il 12 gennaio ritornai a scuola, ero clandestino a
tutti gli effetti: il visto turistico era scaduto da più di due mesi.
Dopo circa un mese mi mandarono con altri colleghi a fare la cedula, la carta d'identità venezuelana. Quando provai a rinnovarla, nel giugno dell'anno successivo, scoprii che era pressoché impossibile: quelle latrine vaganti dell'ass. Agustin Codazzi avevano corrotto un funzionario per omettere gli intrallazzi e le irregolarità commesse. Come se l'idea di regolarizzarmi non fosse nei progetti di quella gentaglia neanche alla lontana. Dunque il mio rientro non era stato previsto e dovette risultare parecchio destabilizzante per quella feccia e per i loro padrini politici.
Tanto per avere un'idea del livello di insabbiamento adottati in favore di quelle specie di latrine stagnanti del Codazzi basta leggere l'articolo, molto parziale a dire il vero, scritto da Piero Armenti dopo la "visita ufficiale" della delegazione Mae.
Dopo circa un mese mi mandarono con altri colleghi a fare la cedula, la carta d'identità venezuelana. Quando provai a rinnovarla, nel giugno dell'anno successivo, scoprii che era pressoché impossibile: quelle latrine vaganti dell'ass. Agustin Codazzi avevano corrotto un funzionario per omettere gli intrallazzi e le irregolarità commesse. Come se l'idea di regolarizzarmi non fosse nei progetti di quella gentaglia neanche alla lontana. Dunque il mio rientro non era stato previsto e dovette risultare parecchio destabilizzante per quella feccia e per i loro padrini politici.
Tanto per avere un'idea del livello di insabbiamento adottati in favore di quelle specie di latrine stagnanti del Codazzi basta leggere l'articolo, molto parziale a dire il vero, scritto da Piero Armenti dopo la "visita ufficiale" della delegazione Mae.